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Questo articolo è stato pubblicato il 04 dicembre 2013 alle ore 11:33.
L'ultima modifica è del 04 dicembre 2013 alle ore 13:46.
BRUXELLES - La Commissione europea ha deciso di comminare multe per un totale di 1,7 miliardi di euro ad alcune istituzioni finanziarie che hanno manipolato nel corso degli anni due importanti tassi d'interesse interbancari, l'Euribor in euro e il Tibor in yen. Coinvolta nelle due indagini, la sola Deutsche Bank dovrà pagare una multa di 725 milioni di euro. Indagata solo nel caso Euribor, Société Générale dovrà invece versare una ammenda pari a 446 milioni di euro.
Secondo l'esecutivo comunitario, le banche hanno creato cartelli illegali con l'obiettivo di manipolare tassi d'interesse che vengono utilizzati in mutui immobiliari e derivati finanziari in giro per il mondo. Le società coinvolte sono – oltre a Deutsche Bank e a Société Générale – anche JP Morgan, RBS, Citigroup e RP Martin. Barclays e UBS non sono state multate perché hanno avvertito le autorità dell'esistenza del cartello. In alcuni casi, le multe sono state ridotte perché le società hanno collaborato con la Commissione.
In una conferenza stampa a Bruxelles, il commissario alla Concorrenza Joaquín Almunia ha spiegato che la Commissione continua a investigare possibili cartelli dello stesso tipo. In particolare, ha confermato una indagine sulle contrattazioni del franco svizzero. «Abbiamo lavoro da condurre che va oltre i due tassi d'interesse che abbiamo trattato finora», ha detto l'uomo politico spagnolo. «Stiamo traendo le conseguenze degli abusi di cui molte banche si sono rivelate responsabili nel corso degli anni».
La vicenda è l'ennesima dimostrazione di come istituti di credito e società finanziarie abbiano agito impunemente durante gli anni precedenti la crisi, e in alcuni casi anche dopo lo scoppio della crisi finanziaria, poi diventata crisi economica. La colpa è naturalmente delle banche, ma anche di autorità di sorveglianza che hanno omesso di controllare, girato la testa dall'altra parte un po' perché conveniva loro e un po' a causa di mercati finanziari diventati ormai molto complessi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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