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Questo articolo è stato pubblicato il 18 dicembre 2013 alle ore 20:13.
L'ultima modifica è del 19 dicembre 2013 alle ore 11:17.

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(Afp)(Afp)

NEW YORK – Un grande addio e un grande gesto teatrale: Ben Bernanke si è congedato dal suo ruolo di controllore assoluto del potere monetario americano e mondiale con l'avvio del "tapering", con una riduzione cioè degli acquisti sul mercato di titoli immobiliari e del Tesoro americano per 10 miliardi di dollari al mese. E il mercato ha risposto con un applauso, per la gradualità della sua exit strategy, per la sobrietà e per la grande dignità con cui ha gestito la banca americana, ma soprattutto per aver saputo navigare le acque infide del post crisi 2007/2009 e soprattutto del posto crollo di Lehman e dei mercati del 2008 con perizia, restituendo all'America la via della crescita.

Anzi restituendo addirittura un circolo virtuoso. Per questo i mercati ieri hanno festeggiato, un aumento dell'1,84%, quasi 300 punti, per l'indice Dow Jones che ha toccato un nuovo record a quota 16.167,96. Una decisione, quella di ieri presa in stretta collaborazione Janet Yellen, che prenderà a gennaio il timone della Fed. Anche per questo ieri a Wall Street si respirava l'aria di un cambiamento di stagione, di una svolta, per una volta positiva, nonostante alcune cassandre soprattutto in Europa abbiano avuto il coraggio di insultare l'operato di Bernanke.

Ma stiamo ai fatti. Questa del tapering è solo una parte dell'equazione monetaria. Sia nel comunicato che in conferenza stampa Bernanke ha aggiunto precisazioni su altre variabili, ha confermato che "tapering" non significa "tightening" che a fronte di una diminuzione delle immossioni di lquidità aggiuntiva sul mercato, non ci sarà una stretta sui tassi di interesse per un bel pezzo. Per aumentare i tassi a breve la Fed agisce sui tassi per i fed funds, i tassi a breve interbancari. "Resteranno sui livelli attuali", ha detto Bernanke, cioè vicini allo zero, per tutto il 2015 e forse per una parte del 2016. Sul piano tecnico Bernanke ha anche formalizzato che un tasso di disoccupazione al di sotto del 6,5% annunciato tempo fa come punto di riferimento macroeconomico, non sarà più una determinante per procedere con un rialzo dei tassi a breve. Una rassicurazione dovuta al mercato che ha visto il tasso di disoccupazione scendere rapidamente fino al 7% negli ultimi mesi e che pronostica già nel 2014 una riduzione del tasso su quei livelli.
Infine la quarta variabile importante nell'equazione monetaria di ieri è l'inflazione: Bernanke ha detto che la si terrà sotto osservazione visto per qualche tempo si è registrato un aumento dell'inidce dei prezzi inferiore ai target del 2% su base annua " abbiamo lo sturmento del QEIII ancora attivo e se necessario potremo tornare ad utilizzarlo " ha spiegato Bernanke a chi gli chiedeva come si sarebbero potuti contenere possibil rischi deflazionistici.

Resta anche la dimostrazione di fiducia dei mercati davanti alla notizia più temuta degli ultimi mesi, un segnale positivo per la tenuta del circolo virtuoso imboccato ormai da qualche tempo dall'economia americana: l'economia è in crescita, a un ritmo del 3,6% nel quarto trimestre, l'occupazione in rialzo, con oltre 2 milioni di nuovi salariati nel 2013, l'inflazione è sotto controllo e il disavanzo pubblico sul Pil è sceso al 4,1% dopo aver raggiunto non più tardi di qualche anno fa livelli di guardia del 10% sul Pil.
Oggi, come allora, quando un recupero da un disavanzo così elevato e da un'apparente cambiamento strutturale dell'economia dopo la crisi del 2007/2009 sembrava impossibile, ci sono cassandre che continuano ad attaccare l'azione della Fed. Economisti che definvano sbagliate le msure della Fed quando decideva di non agire e che continuano a definirle sbagliate oggi che ha avviato la svolta, perché insufficente.

È curioso che queste critiche si spendano soprattutto in Europa e in Italia dove la combinazione di aumenti delle tasse con politiche in generale del rigore, ma senza le riforme necessarie su burocrazia, giustizia, lavoro e spesa pubblica ha messo l'economia in ginocchio. E dice bene il rapporto di Blackrock: "Si è tolta di mezzo una nuova nera, il passo della Fed sarà graduale e consentirà di decidere di investire su titoli più a rischio, come azioni e titoli di paesi europei periferici". Una buona notizia anche per l'Italia dunque, chissà, lo vedremo nei prossimi giorni se le diversificazioni di portafoglio dopo l'ultima decisione di Bernanke favoriranno un aumento delle posizioni anche sui titoli del Tesoro italiano.


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