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Questo articolo è stato pubblicato il 24 dicembre 2013 alle ore 10:58.
L'ultima modifica è del 26 dicembre 2013 alle ore 10:41.

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Prodotti finanziari legati all'andamento dell'oro
I livelli altalenanti dei valori auriferi non vanno a incidere solo su prodotti fisici, quali lingotti, monete e mercato collaterale (vedi la repentina discesa del business dei compro oro), ma anche sui prodotti finanziari legati al metallo giallo. Qui occcorre fare una precisazione: l'oro finanziario, infatti, prevede due tipi di investimento principale.

Da un lato quello in Etf (Exchange traded fund) fisici, che replicano passivamente il prezzo stabilito dal Fixing, si tratta di strumenti in cui l'investimento è garantito dall'esistenza di un sottostante, ossia dell'oro fisico esistente all'interno di una banca depositaria. Poi ci sono gli Etf "swap based", che non investono direttamente nel bene fisico ma sui futures sull'oro. Sono strumenti più complessi e con un livello di rischio più elevato. Al di là del funzionamento particolare, entrambi i prodotti hanno visto un anno contrastato. «Dal punto di vista degli Etf in media abbiamo visto un calo del 30% sia per quelli a replica fisica, che per quelli a replica sintetica», afferma Matteo Bussa analista di Consultique. E non si prospettano elementi di positività neanche nel breve periodo. «Adesso il valore dell'oro è a 1.200 dollari l'oncia, ma se dovesse calare, attorno ad area mille, esistono supporti tecnici tali per cui il prezzo dovrebbe "rimbalzare", ossia risalire. Inoltre tale area rappresenta il livello di costo della materia prima. Tuttavia, nonostante l'andamento negativo sul breve termine – conclude Bussa –, la tendenza generale delle banche asiatiche ad accumulare metallo giallo nei caveaux non potrà che sostenere la dinamica dei prezzi». C'è da sottolineare però che, secondo alcuni analisti, lo spostamento di grossi quantitativi d'oro verso il Far East potrebbe generare problemi in futuro.

Conto oro e Pac
Il panorama degli investimenti auriferi, però, vede anche altri protagonisti. In Italia è Banca Etruria ad aver realizzato prodotti bancari destinati al mercato retail legati all'andamento del metallo giallo. Il Conto Oro, per esempio, è un conto corrente in valuta in cui l'unità di misura è l'oncia di oro, «il vantaggio di un conto corrente di questo tipo – afferma Francesco Bernardini, responsabile servizio oro di Banca Etruria – è che non c'è oro fisico come sottostante, di conseguenza prevede spese minori perché sono esclusi i costi classici connessi al possesso di oro fisico, quelli di manifattura, di stoccaggio, o le spese assicurative». A questo prodotto più di recente è stato affiancato il Pac Oro, ossia il piano di accumulo di capitale in oro, «questo strumento riduce il rischio legato alle oscillazioni di prezzo del metallo giallo perché consente di effettuare acquisti mensili a partire da un minimo di 50 dollari». Il calo del valore del metallo giallo non sembra aver influito sulle aspettative dell'Istituto. «Dobbiamo tener presente che, all'interno di un portafoglio ben diversificato, l'investimento in oro deve essere sempre pari a un cinque, massimo 10 per cento. Oggi le persone non investono più in oro perché alla ricerca di un rifugio dalla crisi – conclude Bernardini – e questo tipo di investimento non è più dettato dal panico ma dalla consapevolezza dei risultati futuri».

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