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Questo articolo è stato pubblicato il 04 gennaio 2014 alle ore 14:25.
L'ultima modifica è del 04 gennaio 2014 alle ore 14:30.
L'esercizio più divertente di fine/inizio anno è verificare le previsioni di un anno prima. Anche in questi giorni è stato interessante ritrovare le opinioni dei "guru" della finanza che avevano vaticinato dodici mesi fa l'imminente crollo delle azioni, la spaccatura dell'euro, l'inevitabile default di alcuni Paesi membri e occasioni d'oro per chi avesse voluto speculare su oro e beni rifugio. Sappiamo come è andata: listini ai massimi storici, debolezza del metallo giallo, Irlanda e Spagna (per quanto riguarda le banche) che escono dal sistema di aiuti messo in campo con la crisi.
«Quello che non vedrete mai su una tv italiana: le rivelazioni choc di un trader» è il titolo su Youtube di un'intervista realizzata dalla Bbc del 2011 al broker Alessio Rastani, ancora più catastrofica. Marc Faber un anno fa diceva: «Il corretto rapporto tra prezzo e utili non tornerà in un range accettabile per oltre dieci anni»: evidentemente non aveva considerato appieno la capacità delle Banche centrali di gestire il rischio sistemico. Le previsioni sono una materia scivolosa e le cadute quasi inevitabili. Ciò che è interessante è il meccanismo mentale che induce all'errore: il sillogismo, ad esempio, per cui se i Paesi dell'eurozona siano andati in crisi inevitabilmente si provocherà una spaccatura dell'euro; o se per un anno le Borse scendono, scenderanno ancora. Analogo il meccanismo che porta a costruire da un elemento una teoria, piegando e rimuovendo gli altri elementi alla costruzione della stessa. Di fondo, solitamente, c'è un processo di demonizzazione che non conosce repliche.
Il guru tende a sovraccaricare i toni: il cataclisma fa notizia, d'altronde, non il silenzioso accantonamento di risparmio. Nel dopo eurocrisi vaticinare la fine del mondo è diventato mainstream. Esemplari le filippiche contro la previdenza complementare sul sito di Beppe Grillo: collegare pensione e mercati finanziari equivale a giocarsi la vecchiaia alle slot machine. «Pressapochista, generalizzatore, ipocrita», «Tratta l'argomento con superficialità e qualunquismo», tra i commenti dei lettori, insieme a lodi sperticate. Tra l'eredità del passato recente da cogliere, la sempre minore credibilità dei guru e dei profeti, anche in materia finanziaria. Non a caso gestori e banche d'affari tendono a non fornire indicazioni passibili di diretta smentita, ma circoscrivono le ipotesi sulla base di un orizzonte possibile. A chi insiste nel vaticinio facile resta la "saudade" o il destino di chi è (giustamente) incompreso.
marco.loconte@ilsole24ore.com
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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