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Questo articolo è stato pubblicato il 09 gennaio 2014 alle ore 20:14.
L'ultima modifica è del 09 gennaio 2014 alle ore 23:29.

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Altro che Internet, mutui subprime, energia. L'ultima corsa alle azioni a Wall Street è sui titoli legati al business della mariujana. Già utilizzata in diciotto stati per usi medici, oltre a Washington D.C., e distribuita commercialmente in undici, la «pot» (in gergo yankee) sta facendo ricchi gli azionisti di un nugulo di società operative in servizi legati alla distriuzione di mariujana.

Mentre in Italia si discute e si litiga sull'opportunitò di legalizzarne il consumo, a Wall Strette già si parla di «bubble-pot». E' l'effetto «penny stock», ossia titoli di società dalla piccola capitalizzazione e dalle basse quotazioni (talvolta di pochi centesimi di dollaro): Hemp in tre giorni ha guadagnato il 205%, Advanced Cannabis Solution è salito del 144 per cento, GreenGro Tecnologies si è impennata del 1.714% (a 80 centesimi di dollaro), in attesa dei futuri guadagni generati dalla vendita di dispenser medici di "erba". In soli cinque giorni Tranzbyte Corp. ha guadagnato il 310 per cento, grazie alle sue vendite in Colorado. Si tratta di società che si occupano non solo della coltivazione ma anche e soprattutto nello stoccaggio, nella distribuzione e nella vendita di marujana oltre che di strumenti legati al suo utilizzo, come diffusori o diffusori.

Secondo gli operatori è ormai quella che alcuni definiscono come la "corsa alla prossima Microsoft". «La gente sta andando fuori di testa» dice Franck Ingarra, broker finanziario di Greenwich (Connecticut) «in molti sottoscrivono azioni per incassare guadagni facili senza fatica». Per gli addetti ai lavori si tratta di una vera e propria bolla speculativa: «Solo una o due società sopravviveranno, prosegue Ingarra, ma dopo aver visto questo tipo di manie, il rischio di bruciarsi le mani è alto: un investitore dovrebbe riflettere prima di metterci dei soldi».

La «pot-bubble» sta ponendo interrogativi nuovi su temi del tutto inattesi. L'authority di vigilanza Fira (Financial Industry Regulator Authority) aveva allertato sui rischi connessi a questi titoli, in particolare per quanto riguarda i precedenti penali del management delle società quotate. Alcune fonti riferiscono di un top manager di quna di queste società che ha trascorso 9 anni in prigione per reati connessi alla vendita illegale di marijuana. Il Ceo di Hemp Bruce Perlowin ha tuonato contro le critiche che gli vengono rivolte per la sua attività.

«Stiamo creando un'industria nuova - dice con orgoglio il presidente di Advanced Cannabis Frichtel -; vi posso assicurare che faremo tutto il possibile per continuare a promuovere valore per gli azionisti». D'altronde non sempre le capitalizzazioni sono mini: Medbox ha un valore di mercato di 920 milioni di dollari. E il ruolo degli investitori del mercato è decisivo per la crescita del business: secondo Marco Hegyi, presidente di Woodland Hills «La fiducia degli investitori è decisiva per l'espansione del mercato libero della mariujana»

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