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Questo articolo è stato pubblicato il 25 gennaio 2014 alle ore 19:32.
L'ultima modifica è del 26 gennaio 2014 alle ore 15:48.

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DAVOS - Una spinta decisa ai negoziati WTO per una liberalizzazione più ampia dei commerci, sull'onda dell'intesa di Bali. È quanto è uscito dal vertice informale dei ministri economici tenutosi sabato a Davos, a lato del World economic forum. Una ventina di ministri e rappresentanti di Paesi membri della World Trade Organization si sono riuniti nella cittadina grigionese, con la regia del direttore generale della stessa Wto, Roberto Azevedo, e del ministro svizzero dell'Economia, Johann Schneider-Ammann. Tra i Paesi e le organizzazioni partecipanti, Stati Uniti, Unione europea, Cina, Russia, Giappone, Canada, Australia, Sudafrica, Corea, Indonesia.

Schneider-Ammann e Azevedo hanno sintetizzato i risultati del vertice. Non bisogna perdere l'occasione emersa a Bali il mese scorso, hanno detto all'unisono i due. Nella conferenza ministeriale Wto tenuta nell'isola indonesiana è stata trovata un'intesa, minima ma significativa dopo anni di blocco del Doha Round, su alcuni aspetti legati alla facilitazione dei commerci mondiali. «Ora bisogna proseguire senza indugi – ha detto Schneider-Ammman – per avvicinarsi gradualmente al programma del Doha Round, per una liberalizzazione più ampia».

Azevedo dal canto suo ha sottolineato due punti centrali, confermati dal confronto di Davos. Il primo punto è la necessità di portare avanti nei negoziati sulla liberalizzazione ulteriore dei commerci tutti e tre i rami presenti nel dossier: agricoltura, prodotti industriali, servizi. Sarebbe un errore lasciare indietro uno di questi oppure giocare l'uno contro l'altro, ha detto Azevedo. Il secondo punto è l'approccio pragmatico per quel che riguarda la coesistenza di accordi multilaterali (in sede WTO) e accordi commerciali bilaterali e di area. Ci sono state spesso divergenze, polemiche sulla possibilità di procedere su entrambi terreni senza che i diversi livelli entrino in contrasto. Azevedo ora sdrammatizza: «Il multilaterale per noi è naturalmente fondamentale, ma in parallelo si possono continuare ad avere accordi bilaterali o di area. L'importante è che non vi siano intralci da una parte o dall'altra e che il multilaterale non resti bloccato a lungo, come è accaduto negli anni scorsi».

Il co-regista e padrone di casa elvetico gli ha fatto eco. «Gli accordi bilaterali possono essere utili e complementari, è importante comunque avere il multilaterale. Perché alla fine l'essenziale è evitare ritorni dannosi al protezionismo». L'appuntamento ora è a Ginevra, sede della Wto, per lo sviluppo della mini intesa di Bali. È lì che si vedrà se la volontà di liberalizzare può davvero tornare a tradursi in fatti.

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