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Questo articolo è stato pubblicato il 02 febbraio 2014 alle ore 15:38.
L'ultima modifica è del 02 febbraio 2014 alle ore 18:30.

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Gli arabi di Etihad si avvicinano all'Alitalia. Le due compagnie entrano nella fase finale del negoziato che potrebbe portare all'investimento della compagnia di Abu Dhabi in quella italiana. Gabriele Del Torchio, amministratore delegato di Alitalia, e James Hogan, presidente e amministratore delegato di Etihad Airways, hanno confermato oggi che le due compagnie «sono entrate nella fase finale di un processo di due diligence volta al possibile investimento di Etihad Airways in Alitalia».

La verifica dei conti di Alitalia
Con la due diligence verrà fatta la verifica economica, patrimoniale e finanziaria dei conti e dei contratti di Alitalia, in sostanza verrà messa a nudo la sua situazione contabile. "Nei prossimi 30 giorni - dice un comunicato congiunto delle due società - entrambe le compagnie e i loro advisor stabiliranno come sviluppare una strategia comune per raggiungere gli obiettivi che i due vettori si sono prefissati. La due diligence dovrà affrontare e risolvere tutti i temi che possano pregiudicare la definizione di un adeguato piano industriale, la cui completa realizzazione produrrà una redditività sostenibile per Alitalia».

In cinque anni 2,5 miliardi di perdite per la compagnia dei "patrioti"
L'annuncio è stato dato mentre il presidente del Consiglio, Enrico Letta, è ad Abu Dhabi, dove ha detto che «Alitalia è una priorità». La visita è stata effettuata dal presidente del Consiglio per convincere gli investitori del ricco emirato a guardare all'Italia. Nei colloqui in corso da alcuni mesi tra le due compagnie, il vettore arabo ha posto condizioni molto dure per rendersi disponibile a un investimento che è stimato in un valore fino a 300-350 milioni di euro e avverrebbe con un aumento di capitale. Nel 2013 Alitalia ha perso più di 300 milioni, il bilancio non è ancora definitivo, mentre ammontano a circa 2,5 miliardi le perdite nette nei primi cinque anni di attività, dal 2008 al 2013, per la compagnia dei Capitani coraggiosi o "patrioti", voluta nel 2008 da Silvio Berlusconi e presieduta da Roberto Colaninno. Se non ci fosse stato il piano di salvataggio con l'intervento, voluto dal premier Letta, di Poste Italiane, che a fine dicembre hanno versato 75 milioni nel capitale, Alitalia sarebbe fallita.

Le condizioni di Etihad
Nelle prosisme settimane si dovrà verificare se le richieste di Etihad sono state soddisfatte. La prima condizione è la ristrutturazione finanziaria e l'alleggerimento del peso del debito. Alitalia prima dell'aumento di capitale di 300 milioni concluso in dicembre aveva circa 900 milioni di debiti finanziari netti, mentre il debito complessivo lordo, compreso quello commerciale, era di circa 2,5 miliardi di euro. Con le banche è ancora in discussione un nuovo finanziamento di 200 milioni di euro, senza il quale Alitalia esaurirebbe la liquidità in poche settimane.

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