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Questo articolo è stato pubblicato il 02 febbraio 2014 alle ore 15:38.
L'ultima modifica è del 02 febbraio 2014 alle ore 18:30.

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La riduzione dei costi del personale
La seconda condizione posta da Etihad è una riduzione dei costi del personale e della forza lavoro. Alitalia sta discutendo con i sindacati un piano che prevede la cassa integrazione e contratti di solidarietà, per due anni, per oltre 2.300 dipendenti complessivi, tra gente di terra, piloti e assistenti di volo. La trattativa sindacale si è sbloccata sabato, gli incontri riprenderanno lunedì pomeriggio.

Le condizioni sul sistema aeroportuale italiano
Terza condizione posta dagli emiratini è che il sistema aeroportuale italiano funzioni e lavori bene insieme alla compagnia aerea, in particolare Roma Fiumicino, che ci siano collegamenti ferroviari veloci ed efficienti. Su questo le infrastrutture sono carenti, sia i servizi aeroportuali di AdR, per anni la società dei Benetton ha investito meno degli impegni assunti con lo Stato, sia il collegamento ferroviario tra Fiumicino e Roma, lento e inefficiente. Addirittura l'alta velocità non esiste, né a Fiumicino né in altri scali italiani. Del resto i vertici di Alitalia-Cai negli ultimi cinque anni anziché cercare un accordo con le Fs per migliorare i servizi si sono fatti la guerra per la competizione sulla Roma-Milano Linate. In questo pienamente ricambiati da Mauro Moretti, l'a.d. del gruppo Fs.

Etihad a Roma per comandare
Se il matrimonio si farà, saranno gli arabi a prendere il comando di Alitalia, come hanno fatto in ogni compagnia nella quale sono entrati, da Air Berlin all'indiana Jet Airways, ogni volta hanno imposto un loro uomo come amministratore delegato.

Il limite del 49,9% del capitale
Etihad non potrà avere più del 49,9% del capitale di Alitalia, perché essendo extraeuropea se avesse una quota di maggioranza Alitalia perderebbe lo status di compagnie comunitaria e non potrebbe più fare voli all'interno della Ue né in Italia. Ma, in base ai trattati bilaterali internazionali, Alitalia perderebbe anche il diritto a fare voli a lungo raggio intercontinentali.

Il confronto tra le due compagnie
Del resto il confronto tra le due compagnie mostra la debolezza di Alitalia rispetto alla forza prorompente di Etihad, interamente controllata dallo Stato emiratino. Alitalia fin dal 2009 ha costantemente ridotto la flotta, prima dell'annuncio in dicembre della messa a terra di 11 aerei a medio raggio (Airbus 321 e 320) la flotta operativa era di 137 aerei, dei quali solo 22 jet a lungo raggio.

Etihad, la compagnia nazionale degli Emirati arabi uniti, è operativa dal 2003, ha una flotta di 89 aerei in prevalenza nel lungo raggio ed è in forte espansione, ha ordinato altri 220 aerei, tra cui 71 Boeing 787 Dreamliner, 25 Boeing 777-X, 62 airbus A350 e 10 superjumbo Airbus A380. Alitalia non ha neanche un aereo ordinato. La compagnia di Abu Dhabi l'anno scorso ha aumentato i passeggeri a circa 12 milioni. Alitalia, pur avendo aumentato del 3% circa i passeggeri nei voli con l'estero, l'anno scorso ha ridotto i passeggeri totali, a causa del crollo sul mercato nazionale. La compagnia di Del Torchio però è tra le poche compagnie a non aver ancora comunicato in maniera trasparente il numero dei passeggeri.

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