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Questo articolo è stato pubblicato il 18 febbraio 2014 alle ore 16:15.
L'ultima modifica è del 19 febbraio 2014 alle ore 12:59.

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Alitalia spiana la strada al possibile ingresso di Etihad nella compagine azionaria. Oggi l'assemblea straordinaria dell'ex compagnia di bandiera ha infatti approvato una serie di modifiche statutarie per registrare il nuovo assetto uscito dall'aumento di capitale deliberato nelle scorse settimane. In particolare, dall'assise dei soci è arrivato il disco verde a quella parte dell'articolo 11 che fissa la soglia di riferimento per l'obbligo di «opa» al 50% stabilendo che per il computo «si tiene conto anche dalle azioni acquistate o detenute da soci che agiscono di concerto tra di loro».

Cosa è cambiato sostanzialmente? Secondo il vecchio dettato, superata l'asticella sarebbe scattato l'obbligo di acquistare le azioni detenute dagli altri soci, che hanno diritto ma non l'obbligo di venderle. Lo statuto, senza la modifica approvata oggi, avrebbe quindi impedito anche la costituzione di patti parasociali rilevanti tra gli azionisti di Alitalia, per esempio tra la compagnia emiratina e le banche (Intesa Sanpaolo e UniCredit) o tra il vettore e le Poste (entrati nel capitale di Alitalia con un'iniezione da 75 milioni di euro).

Con l'ok odierno, non ci saranno quindi ostacoli a eventuali alleanze in seno al capitale e Etihad potrà muoversi con ampio margine di manovra. Fermo restando che, come chiarito in più occasioni anche dai vertici di Alitalia, gli emiratini non potranno superare il 49% del capitale in quanto vettore extracomunitario. Se ciò accadesse, infatti, la compagnia italiana perderebbe i diritti di traffico come vettore Ue. Sul tavolo c'è poi anche la modifica dell'articolo 8 che regola le prelazioni in caso di cambio di controllo. E viene altresì ridotto, da 8 a 5, il numero dei componenti del collegio sindacale. Cambio che entrerà in vigore soltanto dopo la presentazione del bilancio 2013.

Alitalia - che oggi è stata inserita nella top ten di FlightStats delle compagnie più puntuali (al decimo posto) - si prepara dunque alle nozze con il vettore emiratino. Per chiudere la trattativa, come ha ricordato anche ieri, ai microfoni di Radio24, il ceo della compagnia, Gabriele Del Torchio, «ci vogliono un paio di mesi». Gli emissari del gruppo guidato da James Hogan stanno passando al setaccio, ormai da settimane, i numeri di Alitalia. La società ha appena siglato con i sindacati un accordo che sancisce il via libera a uno dei tasselli del nuovo piano industriale messo a punto dall'ad (la gestione di 1900 esuberi con cassa integrazione e contratti di solidarietà).

Riprenderà invece il 24 febbraio il confronto sulle altre voci relative agli risparmi programmati dai vertici (eliminazione di alcune indennità, congelamento degli scatti di anzianità e contributo di solidarietà per le retribuzioni sopra i 4omila euro) . L'intesa sui 1900 esuberi equivale a una riduzione del costo del lavoro per 80 milioni. I nuovi interventi dovrebbero consentire di raggiungere la cifra complessiva prevista dal piano (128 milioni di euro).

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