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Questo articolo è stato pubblicato il 21 febbraio 2014 alle ore 12:35.
L'ultima modifica è del 21 febbraio 2014 alle ore 18:46.

Diciamolo subito, sarebbe buona regola evitare di investire guardando le valute: troppi rischi, se non si hanno gli strumenti idonei per coprirsi a dovere dalle fluttuazioni delle monete. I professionisti hanno dimensioni di portafoglio e competenze utili per coprirsi con derivati e tenere sotto controllo le fluttuazioni valutarie. Ma il piccolo risparmiatore ha meno risorse e competenze per affrontare questa sfida: e se lo fa si espone a un rischio che deve comprendere bene, per poterlo gesrire. Per molti strategist azioni e titoli viaggeranno in un range sostanzialmente ristretto, sotto l'influsso delle Banche centrali e saranno le valute, invece, a muoversi in misura rilevante: il che deve spingere a evitare quantomeno rischi eccessivi per i nostri portafogli.

Avvisaglie di questo trend vanno avanti da mesi: la scivolata della lira turca, parallela alla crisi economica e politica; o le tensioni in Brasile alla vigilia di un mondiale dispensioso, per un paese con grandi sacche di povertà. A innescare la crisi delle monete dei paesi emergenti sono state le prime avvisaglie del tapering Usa, ossia della lenta riduzione del piano di immissione di liquidità da parte della Federal Reserve nei mercati finanziari. Se l'innesco sta a Washington, la polvere da sparo è disseminata nelle cancellerie dei cosiddetti "fragile five": Sudafrica, India, Indonesia, Turchia e Brasile. Le valute di questi paesi sono scese in modo rilevante parallelamente alla drastica riduzione del proprio surplus: dal +5% sul Pil a un misero pareggio. Tra i Bric solo la Cina mantiene il segno più.

Gli altri mostrano una sempre maggiore dipendenza dagli investitori stranieri per sostenere la propria economia; e per renderla competitiva svalutano la propria valuta, in modo da favorire la redditività degli investitori dei paesi sviluppati. Ricorda qualcosa? Gli italiani conoscono bene la svalutazione competitiva che ha aiutato negli anni 80 ma alla lunga non ha incentivato la ricerca di competitività tramite ricerca, sviluppo: chi di noi oggi ha in tasca un cellulare italiano o in casa una tv made in Italy?

Da fattore di competitività le valute diventano presto fattore di rischio: basta osservare l'Emerging Local Markets Index (l'Elmi), ossia dell'indice di JP Morgan che fa da benchmark a molti strumenti di risparmio gestito che investono nei paesi emergenti in valuta locale: la rivalutazione di questo indice non dipende tanto dalle performance dei titoli azionari rappresentati ma dalla variazione delle valute in cui questi titoli sono quotati. Secondo Saxo bank "quando si investe nei paesi emergenti, è importante sapere che nel comprare un portafoglio di bond dei mercati emergenti, come l'Elmi, il 100% dei ritorni proviene dal mercato delle valute. Allo stesso modo, quando si comprano azioni, il 70% dei ritorni proviene ancora dal Forex".

"Il trend negativo del 2013 si ripercuoterà nell'anno in corso - dice Marco Palacino, Country Head per l'Italia di Bny Mellon Investment Management Emea -. Ma è bene differenziare tra le debolezze valutarie con basi fondamentali e quelle "self-imposed" dagli stessi paesi e la chiave sarà puntare su chi ha le maggiori potenzialità. In ogni caso a dare la direzione anche nel 2014 saranno gli Usa e la politica monetaria della Federal Reserve".

"Oggi la situazione è a macchia di leopardo - dice Mario Spreafico, direttore investimenti Schroder Wealth Management Italia -: il Messico è immune da questa dinamica negativa, con una contrazione molto limitata della valuta. Diverso il caso di Turchia e Brasile che continuano a macinare deficit di partite correnti. Il rublo è sceso dell'8% da inizio anno(sta pagando la crisi ucraina) ma la situazione delle partite correnti russa è decisamente migliore di quella di paesi come il Sudafrica o Brasile. La Russia è un po' anomala: ha il più basso debito pil del mondo, importanti riserve valutarie e forti flussi di esportazione di energia, soprattutto petrolio. In questo senso queste fluttuazioni valutarie rappresentano occasioni di acquisto".

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