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Questo articolo è stato pubblicato il 05 marzo 2014 alle ore 17:58.
L'ultima modifica è del 05 marzo 2014 alle ore 21:17.

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A Piazza affari exploit senza precedenti per Banca Mps, che a fine seduta ha chiuso con un balzo del 19,2% e ha visto passare di mano 1,45 miliardi di titoli (il 12,5% del capitale), un dato che molto probabilmente rappresenta il recordo storico per l'istituto. Si inseguono i rumors e le potenziali spiegazioni sul mercato per la performance del titolo: da una corsa alle ricoperture da parte di hedge che avevano posizioni corte sul titolo a ipotesi di accelerazioni nelle trattative tra la Fondazione Mps e i potenziali acquirenti della sua quota, proprio nel giorno in cui è riunita la deputazione generale a Siena.

Inoltre, ci sono indiscrezioni di stampa secondo le quali l'Unione Europea, nel dare il via libera ai Monti Bond per salvare la Banca avrebbe chiesto la disponibilità a nuovi tagli dei costi. E potrebbe aver influito anche una voce secondo la quale il presidente della fondazione avrebbe parlato di possibili trattative per cedere una quota a compratori esteri. Nessuna di queste indiscrezioni trova al momento un convinto riscontro.

andamento titoli

La Consob ha avviato in tempo reale le verifiche sull'andamento di Mps in Borsa. La Commissione, a quanto si apprende, ha individuato alcuni intermediari, italiani ed esteri, particolarmente attivi sul titolo e ha fatto partire le richieste per individuare per conto di chi stanno operando. A loro si sarebbe accodato tutto il mercato.

Mentre il titolo saliva, complice, almeno in parte, anche la drastica discesa dello spread, gli occhi di tutti si sono concentrati sulla Fondazione Mps: l'ente presieduto da Antonella Mansi, proprietario fino ad oggi del 31,5% del capitale della banca (lo ha in carico a 0,24 euro), deve vendere un pacchetto sostanzioso della propria quota prima dell'aumento di capitale da 3 miliardi che scatterà a fine maggio, anche per rimborsare il debito di 340 mln a un gruppo di istituti bancari, italiani ed esteri.

Nessuna conferma è arrivata da Palazzo Sansedoni, dove tra l'altro oggi si è riunita la deputazione generale che ha dato il via libera all'azione di responsabilità nei confronti degli ex vertici della Fondazione, di JP Morgan (advisor dell'ente nel 2008 quando venne sottoscritto il primo aumento di capitale dopo l'acquisizione di Antonveneta da parte di Mps), e contro il pool di banche che concessero il prestito da 600 mln nel 2011, per aiutare a sottoscrivere la seconda ricapitalizzazione. Nella sua relazione il professor Giorgio De Nova, al quale si era rivolta la Fondazione per avere un parere sulla fattibilità dell'azione di responsabilità, aveva ipotizzato una richiesta di circa 740 milioni di euro. Certo è che il titolo è cresciuto ulteriormente dopo l'apertura di Wall Street e tra le ipotesi c'è l'acquisto di pacchetti da parte di alcuni grandi fondi Usa. L'unica cosa concreta è che qualcuno ha continuato a comprare titoli Mps a valori molto più alti del prezzo di apertura (0,18). Bisognerà attendere i prossimi giorni per comprendere chi ha venduto e chi ha comprato e se l'ente ha stretto un accordo con qualcuno, fondi o privati, a cui cedere gran parte del proprio capitale.

La giornata particolare per il Monte, per la verità, era iniziata stamani quando dalla procura è partito l'ordine per nuove perquisizioni: gli uomini del nucleo valutario della Guardia di Finanza si sono presentati in vari uffici e abitazioni di una decina di persone, anche alcuni dipendenti di Mps (nessuno di loro risulterebbe indagato), e negli uffici milanesi di Centrosim, la società di intermediazione mobiliare controllata dall'Istituto centrale delle Banche popolari italiane. L'inchiesta è quella che riguarda la cosiddetta 'banda del 5%', per i pm guidata dall'ex capo area finanza di Mps, Gianluca Baldassarri. Obiettivo degli inquirenti, che una settimana fa avevano indagato per questo filone 11 persone, sarebbe stato quello di raccogliere prove documentali di operazioni svolte, anche da Centrosim con Mps attraverso il broker Enigma, i cui vertici sono tra gli indagati insieme a Baldassarri e altri funzionari di Mps. "Molto contenti e soddisfatti" dei risultati dell'operazione di oggi si sarebbero detti i pm (Antonino Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso).

Dal tribunale è arrivata sempre stamani anche la notizia dell'archiviazione, decisa dal gip Monica Gaggelli, dell'inchiesta sulla morte di David Rossi, l'ex capo comunicazione del Monte gettatosi dalla finestra del suo ufficio a Rocca Salimbeni proprio un anno fa, il 6 marzo 2013. Contro l'archiviazione del fascicolo aperto con l'ipotesi di 'istigazione al suicidiò, chiesta dai pm Nicola Marini e Aldo Natalini, si era opposta la famiglia di Rossi convita che ci fossero dubbi sulla sua morte. Per il giudice "nessun punto oscuro può ritenersi sussistere e nessun dubbio" c'è sulla sua morte. E domani, per l'inchiesta principale sull'acquisizione di Antonveneta prima udienza davanti al gup Gaggelli per gli 8 imputati (tra i quali l'ex presidente Giuseppe Mussari) e JP Morgan, che secondo l'accusa, a vario titolo, sono colpevoli di manipolazione del mercato, ostacolo all'autorità di vigilanza, false comunicazioni sociali e anche insider trading.

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