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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2014 alle ore 14:37.
L'ultima modifica è del 11 marzo 2014 alle ore 19:22.

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Unicredit ha chiuso il 2013 con una perdita netta record di 14 miliardi da svalutazioni su avviamento e accantonamenti aggiuntivi su crediti. Lo annuncia la banca in una nota. Le stime erano di un utile netto di 400 milioni circa dopo 865 milioni nel 2012. I conti sono stati affossati da accantonamenti per 13,7 miliardi (+46,8 miliardi su base annua). I ricavi sono ammontati a 24 miliardi (-4,1% su base annua).

Il patrimonio di vigilanza Cet1 si è attestato al 10,4% e al 9,4% anticipando pienamente gli effetti di Basilea3 e la banca ha escluso la necessita' di un aumento di capitale. Viene proposta la distribuzione di uno scrip dividend di 10 centesimi per azione. Nel solo quarto trimestre Unicredit ha registrato una perdita netta di 15 miliardi (-553 milioni un anno prima) con ricavi per 6 miliardi. Gli accantonamenti su crediti nel trimestre sono ammontati a 9,3 miliardi.

Il piano strategico di Unicredit prevede una riduzione di 8.500 dipendenti entro il 2018. Di questi 5.700 saranno in Italia. Il piano strategico di Unicredit 2013-2018 prevede una accelerazione nella redditività del Gruppo. Nel 2014 è atteso un utile netto di circa 2 miliardi che saliranno a 6,6 a fine piano con un Rote al 13% e un Common Equity Tier 1 al 10%. Sono previste azioni di gestione attiva del portafoglio che libereranno circa 30 punti base di capitale. Previsti investimenti per 4,5 miliardi e ulteriori risparmi nei costi per 1,3 miliardi.

Secondo quanto rende noto l'istituto di credito, il beneficio della valutazione della quota di Unicredit in Banca d'Italia per il 2013 è stato pari a 1,4 mld di euro prima delle tasse, ma se venisse valutato a patrimonio netto "la perdita netta di gruppo sarebbe piu' elevata di 1,2 mld" nel 2013.

Unicredit quoterà in Borsa Fineco "per imprimere un'ulteriore accelerazione alla sua crescita". Lo sbarco sul listino milanese è previsto nel corso del 2014. Lo si legge nella nota sui conti e il piano che indica, in parallelo, che la banca "valuterà la potenziale cessione a un operatore specializzato di Unicredit Credit Management Bank (Uccmb), la piattaforma di riscossione crediti.

Quanto all'Europa Centrale e dell'Est, poi, Unicredit punta a "investire nei mercati in crescita e a razionalizzare la presenza geografica", aumentando l'allocazione di capitale sull'area dal 23 al 30% nell'arco del piano 2013-2018. La controllata ucraina è stata messa in vendita con un impatto negativo di 600 milioni di euro in conto economico.

«Per Unicredit il 2013 è stato l'anno della svolta; ora siamo pronti ad aumentare ulteriormente la nostra offerta di credito e a dare supporto all'economia reale in Italia e in Europa«. Lo ha dichiarato l'amministratore delegato, Federico Ghizzoni, commentando i risultati 2013 del gruppo e il nuovo piano strategico. « Con le azioni annunciate oggi - ha aggiunto -abbiamo rafforzato ancora il nostro bilancio e completato il processo iniziato nel 2010. Grazie alla nostra solida dotazione di capitale, abbiamo deciso di compiere una scelta trasparente dopo la quale il nostro CET1 ratio si conferma ben al di sopra dei requisiti di Basilea 3. Grazie agli accantonamenti aggiuntivi iscritti a bilancio, Unicredit può vantare oggi la copertura dei crediti deteriorati di gran lunga più alta di tutto il sistema bancario italiano e tra le migliori in Europa, in linea con i livelli pre-crisi».

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