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Questo articolo è stato pubblicato il 29 aprile 2014 alle ore 19:33.
L'ultima modifica è del 29 aprile 2014 alle ore 20:02.

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Giuseppe Guzzetti (Ansa)Giuseppe Guzzetti (Ansa)

La commissione centrale di beneficienza della Fondazione Cariplo, la maggiore in Italia, presieduta da Giuseppe Guzzetti, ha approvato all'unanimità il bilancio 2013, che salda con 209 milioni di avanzo netto (rispetto ai 278 del 2012), con erogazioni istituzionali per 144 milioni, stabili rispetto all'esercizio precedente. Il patrimonio della Fondazione, ai valori di mercato, si attesta su 7, 198 miliardi, con un rendimento del 10,09% al netto delle imposte.

«Erogazioni stabili e attenzione al sociale, il patrimonio cresce ancora: questo il commento sintetico di Guzzetti, che ha puntualizzato a all'Ambiente sono state destinate risorse per sostenere 129 progetti, per un totale di 10,49 mln di euro (7,6 %); sul fronte dell'Arte e Cultura, 44,11 mln di euro per 487 progetti (31,8%); alla Ricerca Scientifica 26,39 mln di euro, per 110 progetti (19,0%); per i Servizi alla Persona 57,84 mln di euro (41,6 %) con totali 321 progetti finanziati anche attraverso il sostegno al sistema delle 15 Fondazioni di Comunità, importanti antenne locali nell'attività filantropica complessiva di Cariplo. Il valore delle rogazioni complessive è in linea con il budget a medio termine approvato lo scorso autunno dalla Fondazione: 145 milioni all'anno fino al 2016. Il patrimonio della Fondazione, a fine 2013, era diviso in tre blocchi: anzitutto gli investimenti liquidi diversificati nel mondo, affidati in gestione a Quaestio (pari a circa 5,2 miliardi di euro).

Quaestio è un gestore professionale di cui la Fondazione Cariplo è azionista non di maggioranza assieme all'Ordine Salesiano, alla Fondazione CariForlì, alla Cassa geometri e al management pilotato dall'amministratore delegato Alessandro Penati. Un secondo blocco patrimoniale è rappresentato dagli investimenti illiquidi diversificati collegati alla missione della Fondazione (private equity ed infrastrutture fra cui il Fondo F2I., housing sociale, microfinanza ed impact investments, agricoltura, seed e venture capital: pari a circa 500 milioni). Finora distinta (anche rispetto a quote detenute in Generali, Mediaset, A2A, Acsm, Fiera Milano e Mediaset) è stata la quota storica in Intesa Sanpaolo: il 4,9% valorizzato1,376 miliardi.

Questo pacchetto è stato oggetto ieri di una decisione strategica: il suo affidamento a Quaestio. Questa modalità di gestione realizza una separazione fra i diritti amministrativi (dividendo, diritto di voto) in capo alla proprietà ed i rischi finanziari dell'investimento: al gestore viene affidato l'obiettivo di replicare un benchmark diversificato a livello globale entro precise linee guida, con il massimo grado di trasparenza ed un livello minimo di costi di gestione.

«La Fondazione continua a svolgere il suo ruolo di investitore di lungo periodo nella banca - ha sottolineato Guzzetti -. L'operazione si presenta virtuosa dal punto di vista finanziario perché permette alla Fondazione di ottimizzare il rendimento del patrimonio nel tempo per meglio finanziare le attività filantropiche; dal punto di vista istituzionale, non cambiano le relazioni con la banca per la quale nutriamo assoluta fiducia nella gestione e in coloro che avranno il compito di realizzarlo (il presidente del consiglio di sorveglianza Giovanni Bazoli; il presidente del consiglio di gestione, Gian Maria Gros Pietro e l'amministratore delegato Carlo Messina)».

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