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Questo articolo è stato pubblicato il 17 maggio 2014 alle ore 19:16.
L'ultima modifica è del 17 maggio 2014 alle ore 20:42.

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È stato il protagonista di uno dei più grandi scandali finanziari della storia. Si porta dietro l'accusa, e la relativa condanna, di aver causato un buco di quasi cinque miliardi di euro causato alla banca per cui lavorava, il colosso francese Société Générale. E ora per l'ex trader francese Jerome Kerviel, che da tempo è in Italia e che non ha alcuna intenzione di consegnarsi alla giustizia d'Oltralpe, si aprono le porte della grazia da parte dell'Eliseo.

Kerviel ha infatti annunciato che non rientrerà in Francia ma che attenderà in Italia la risposta del presidente francese François Hollande alla sua richiesta di ricevere un'immunità. Una risposta che è arrivata, a metà pomeriggio, e che, pur gelando le ipotesi di una corsia preferenziale per l'ex trader, ha comunque tenuto aperta la porta alla possibilità di un ragionamento. «Se Kerviel chiede una grazia presidenziale, la sua domanda sarà esaminata», ha detto l'Eliseo in comunicato precisando che tutto avverrà «secondo la prcedura abituale» che richiede «un'istruttoria e una decisione della Cancelleria».

Poche ora prima Kerviel attraverso la stampa aveva posto le sue condizioni. «Attendo in Italia la risposta di François Hollande sull'immunità che chiedo per quelle persone che vogliono parlare», aveva detto da Ventimiglia, città a poche decine di metri dal confine francese. A proposito della polizia francese, che aveva imposto di presentarsi entro le 18 di domani al commissariato di Mentone, ha risposto: «Se vogliono venire a cercarmi, che vengano».

Il francese trentasettenne, che oggi doveva effettuare l'ultima tappa della sua lunga marcia a piedi di oltre due mesi da Roma alla Francia per protestare contro le derive della finanza, in mattinata aveva assistito alla messa in una chiesa di Ventimiglia. Felpa da trekking rossa addosso, accompagnato da amici, legali e dal vescovo di Gap Jean Michel di Falco, Kerviel si era recato in un vicino ristorante seguito da una ventina fra giornalisti e cameramen francesi e applaudito anche dai passanti. L'attesa era per una sua consegna a Mentone, appena al di là del confine.

E invece, nel pomeriggio, il colpo di scena con la richiesta di immunità rivolta all'Eliseo. Ora non resta che attendere le nuove mosse dell'ex trader che nel 2008 è stato protagonista di uno dei più gravi scandali finanziari: quello che ha visto SocGen incassare una perdita di 4,9 miliardi di euro per le sue operazioni sui derivati che gli è costata una condanna a tre anni di reclusione per falso e uso di falso, introduzione fraudolenta di dati e abuso di fiducia.

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