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Questo articolo è stato pubblicato il 27 maggio 2014 alle ore 12:12.
L'ultima modifica è del 27 maggio 2014 alle ore 14:12.

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Pollice verso dall'assemblea di Terna sui requisiti di onorabilità voluti dal ministero del Tesoro. Dopo le bocciature arrivate da Eni e Finmeccanica e l'ok dell'Enel, gli azionisti della spa dell'alta tensione hanno deciso di affondare le modifiche statutarie sollecitate dalla direttiva di Via XX Settembre: anche in questo caso il quorum necessario (66,6%) per approvare il cambio di rotta non è stato raggiunto sebbene la modifica avesse ottenuto il 60,5% dei voti favorevoli (36,15% quelli contrari). Tuttavia il capitale presente al momento della votazione, solo il 60,1%, ha invalidato il passaggio rendendo impossibile il via libera.

Dopo la votazione, si è registrata una piccola polemica da parte di alcuni azionisti che hanno protestato contro la scelta della società di cominciare l'assise dalla parte straordinaria, proponendo subito il voto sui requisiti di onorabilità.
La bocciatura della clausola di onorabilità da parte dell'assemblea di Terna è stata poi commentata dal presidente di Cdp, Franco Bassanini. "Se fosse stata limitata ad esempio alla decadenza automatica in caso di condanna di primo grado, la clausola sarebbe passata facilmente". Vista "la relativa facilità - ha aggiunto Bassanini - con cui in Italia si rinviano a giudizio persone anche con indizi modesti, se non si voleva correre il rischio" della bocciatura della clausola da parte delle assemblee, "la formula migliore era quella di circoscrivere la decadenza ai casi di condanna in primo grado e patteggiamento". Tra le società partecipate dal Tesoro, come detto, solo l'assemblea di Enel ha approvato la clausola voluta dall'ex ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, che prevede l'ineleggibilità e la decadenza per giusta causa a seguito di una condanna, anche non definitiva, o anche della richiesta di rinvio a giudizio per una serie di reati amministrativi, fiscali e finanziari.

L'assemblea, chiamata ad approvare anche il bilancio 2013 e a avallare le nomine proposte dall'azionista di maggioranza, Cassa depositi e prestiti, per il rinnovo dei vertici, si era aperta con l'intervento del presidente Luigi Roth che ha ricordato i traguardi raggiunti nel corso dei tre mandati che lo hanno visto impegnato al fianco dell'ad Flavio Cattaneo. "Questi nove anni di Terna sono stati anni di grandi successi. Lo dicono i numeri, ne cito uno per tutti: il Tsr, ritorno complessivo per l'azionista, è stato superiore al 200%. Lo dicono i fatti, per noi che li abbiamo vissuti e anche indirizzati, e per tutti coloro che sono stati con noi".

Roth ha quindi ricordato come i risultati approvati di recente dalla società mostrino "ancora una volta la capacità del gruppo Terna di crescere e produrre eccellenti risultati, in netta crescita rispetto allo scorso esercizio". L'Italia, ha ricordato ancora il presidente, "ha fronteggiato un anno difficile, l'ennesimo, e Terna ha continuato a operare fortemente per crescere e far crescere. Come è stato in tutti questi anni, al servizio dello sviluppo e del Paese". Roth ha sottolineato poi "un risultato positivo (ricavi 5% rispetto al 2012, margini 6,5% e dividendi in crescita) ma soprattutto investimenti nell'esercizio pari a 1,21 mld di euro. Anche se presenta una leggera flessione rispetto al precedente anno, a causa di una linea bloccata (-1,9%), parzialmente compensata dagli investimenti dell'esercizio nello sviluppo dei sistemi di accumulo, la quota che Terna ogni anno dedica allo sviluppo della rete è di grande rilevanza".

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