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Questo articolo è stato pubblicato il 27 luglio 2014 alle ore 20:19.

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Quando capitalizzi in Borsa la cifra astronomica di 165 miliardi di dollari e chiudi in perdita un trimestre allora veder cadere il prezzo dell'azione del 10% non dovrebbe sorprendere più di tanto.

Lo scivolone è occorso venerdì al gigante dell'e-commerce Amazon. Cose che capitano se deludi il mercato. C'è invece da stupirsi che il crollo non sia stato più evidente. Il problema infatti non solo per Amazon, ma per i giganti della tecnologia, dei social media, del variegato mondo di Internet non è nella bontà del business o della velocità della crescita, ma nella ragionevolezza delle quotazioni. Il rapporto prezzo/utili con i profitti che scompaiono anche solo per un trimestre è infinito o meglio incalcolabile.

Ma anche nel caso degli utili, che Amazon era abituata a fare, il rapporto, uno dei tanti usati dagli analisti per capire quanto è cara o meno un'azione, è da brividi. Per gli analisti di Credit Suisse che stimano utili netti per oltre 900 milioni di dollari nel prossimo anno, il prezzo/utili di Amazon nel 2015 sarà di oltre 180 volte.

La media del mercato azionario americano quota 16-17 volte gli utili, ma è ovvio che le società come quella di Jeff Bezos che hanno tassi di crescita di ricavi e margini a doppia cifra anno su anno meritano un premio dal mercato. Da qui però a quotare 180 volte i profitti (stimati) del 2015 c'è da chiedersi se il mercato non abbia aspettative irrealistiche su Amazon e la sua corsa infinita. Corsa in Borsa che ha visto il titolo raddoppiare i prezzi, passando da 200 dollari dell'estate del 2011 ai 400 dollari sfiorati a inizio di quest'anno. Poi qualcuno deve aver fatto qualche conto e la corsa ha preso fiato.

Il titolo infatti sarà anche crollato del 10% nella seduta di venerdì, ma in realtà è in calo del 20% dall'inizio dell'anno. Segno che qualche cautela aveva cominciato a farsi strada tra gli investitori.

Che hanno visto giusto, dato che il secondo trimestre si è rivelato deludente. Il gigante ha chiuso in rosso per 126 milioni su un fatturato del periodo di 19,3 miliardi. Tra l'altro le attese degli analisti sono per nuove perdite anche per il trimestre in corso. Pesano i costi d'investimento nelle nuove attività. Ma Amazon si rivela sì un gigante in termini di ricavi, dato che nel 2013 ha fatto 75 miliardi di ricavi e nel 2014 le attese sono per quasi 90 miliardi di ricavi, ma un nano in termini di redditività. Nel 2013 i profitti netti sono stati di poco meno di 300 milioni (su 75 miliardi di ricavi). E il margine operativo lordo è stato di 4 miliardi, cioè poco più del 5% del fatturato. Più che un'azienda della new economy in termini di conto economico, Amazon è finora un'azienda della vecchia manifattura. Certo quei profitti dovrebbero in futuro decollare. Ma appunto in futuro. Per ora il rapporto tra il valore dell'azione e gli utili futuro sfida la legge di gravità. Meglio che gli investitori ne siano consapevoli.

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