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Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2014 alle ore 13:15.
L'ultima modifica è del 08 settembre 2014 alle ore 18:20.

Per Aurelija Augulyte, Senior Fx strategist di Nordea «in caso di voto favorevole, ci aspettano mesi, se non anni di incertezze sulla spartizione del fardello fiscale, elezioni, uscita dall'Unione europea.. e l'incertezza è esattamente il rischio principale per la sterlina: alla luce della situazione attuale, ogni ulteriore aumento della volatilità nel forex aiuterà il rapporto euro/sterlina. Il governo scozzese ha dichiarato a fine giugno che la soluzione preferita per la valuta sarebbe la sterlina unica. Tuttavia il governo britannico ha escluso questa opzione. L'economia scozzese è strettamente legata a quella del Regno Unito e due terzi delle esportazioni va verso il Regno Unito. Crediamo quindi che la decisione più probabile in caso di indipendenza sia l'introduzione di una nuova moneta».
E qui siamo al secondo grande quesito:
2) Una Scozia indipendente quale valuta adotterebbe?
Le ipotesi sul piatto sono varie: dal mantenimento della sterlina (ma con negazione dei debiti) fino all'introduzione di una nuova valuta. «Ci sono quattro possibili opzioni: una sterlina unica con accordo formale o nessun accordo formale con il resto del Regno Unito, l'adesione all'euro o l'introduzione di una nuova moneta scozzese - afferma Augulyte -. Se avessimo una nuova valuta scozzese, il vaso di Pandora si scoperchierebbe: la possibilità di avere più valute anche nell'Eurozona aumenterebbe. Positivo per la volatilità, per le banche europee e per gli strategist del forex.
«È possibile che si continui ad utilizzare la sterlina in ottica di un mini sistema "moneta unica britannica" ma crediamo che questo comporti dei rischi enormi per il nuovo Paese - continua Paganini -. La lungimiranza degli scozzesi, se dovessero effettivamente decidere di staccarsi dalla Gran Bretagna probabilmente li porterà a decidere l'adozione di una valuta domestica dopo qualche anno, nel caso in cui i negoziati sulle proprietà dei pozzi petroliferi dovessero, come crediamo, assegnare oltre il 90% dei diritti alla stessa Scozia».
« Il partito nazionalista scozzese, lo Scottish National Party, ha fatto sapere che rifiuterà di farsi carico dei debiti della Gran Bretagna se non sarà consentito alla Scozia ancora l'utilizzo della sterlina in caso di vittoria dei "si" - indica Longo -. Quello della valuta rimane un tema di forte scontro che potrebbe richiedere un lungo periodo di mediazione tra le parti coinvolte».
Toschi sottolinea che «gli stessi indipendentisti propongono una valuta alternativa che sarebbe probabilmente più forte della sterlina inglese, proprio perché godrebbe della solidità della bilancia commerciale della Scozia, sostenuta dalle esportazioni di petrolio. Alcuni si spingono a pensare alla creazione di una speciale unione valutaria tra le due sterline, inglese e scozzese. Tuttavia è ancora difficile fare valutazioni su queste questioni tecniche».
«Questo costituisce il punto più controverso: la Scozia vorrebbe continuare ad usare la sterlina, ma la Gran Bretagna probabilmente userebbe questo come leva politica per una situazione che diverrebbe decisamente ingarbugliata - spiega Turba -. Per i nazionalisti, una Scozia sovrana potrebbe finalmente utilizzare i proventi derivanti dal petrolio per investire nello stato sociale. Il petrolio garantirà entrate fiscali pari a 57 miliardi di sterline entro il 2018 e sarà estraibile per altri 30-40 anni, assicurano gli indipendentisti. E il fracking nel Mare del Nord potrebbe aumentare la quantità di greggio recuperabile. D'altra parte però, se la Scozia continuasse ad utilizzare la sterlina si troverebbe con una moneta che dipende da decisioni prese a Londra».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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