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Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2014 alle ore 08:15.
L'ultima modifica è del 10 settembre 2014 alle ore 10:20.

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«Ho fatto il tasso fisso in modo tale da dormire sonni tranquilli. Così so quello che pagherò ogni mese per i prossimi anni e posso pianificare al meglio il futuro. Con il variabile non si può mai sapere». Questa frase, parola più, parola meno, è il mantra che in generale si ripete ogni giorno chi negli ultimi anni ha stipulato un mutuo a tasso fisso, quello per cui il tasso e la rata vengono congelate il giorno della stipula e tali son destinati a rimanere fino alla fine del contratto.

Il punto è che oggi ripetere quel mantra sta diventando sempre più difficile.Con l'Eurozona entrata ufficialmente in trappola della liquidità e con la Banca centrale europea che continua a tagliare i tassi - giovedì scorso ha portato il tasso ufficiale di riferimento (quello che pagano le banche per chiedere soldi in prestito alla Bce, il cosiddetto costo all'ingrosso del denaro) allo 0,05% ma ha anche ridotto al -0,2% il tasso sui depositi (quello che "paga" la Bce alle banche che vi depositano la liquidità).

Numeri che certificano che siamo entrati nella fase dei tassi a zero dalla quale chissà quando ci schioderemo. Numeri che hanno azzerato anche gli indici Euribor, a cui è agganciata la maggior parte dei mutui a tasso variabile stipulati in Italia (la parte restante residuale è agganciata al tasso Bce che come visto è allo 0,05%). Numeri che stanno rimpolpando le tasche (in termini di risparmi) di chi ha negli ultimi anni propeso per il tasso variabile nell'amletico dubbio della scelta del tasso al momento di stipulare un mutuo e che, invece, fanno ora mordere le mani a chi sta pagando una rata fissa congelata in un momento storico in cui i tassi della Bce erano più alti e non tutti avrebbero immaginato che saremmo finiti in trappola della liquidità.

Resta il fatto che oggi c'è una vasta platea di mutuatari in Italia che sta pagando rate decisamente più care rispetto a quelle che molti nuovi mutui - quelli nati nell'era dei tassi azzerati - propongono. Ad esempio, chi nel 2002 ha stipulato un mutuo a tasso fisso, nella migliore delle ipotesi strappava in banca un tasso del 6,35%. Nel 2003 i tassi sono scesi ma le migliori offerte di fisso si attestavano al 5,5%. Nel 2004 siamo risaliti al 5,8%, e così via. La domanda è: ha senso pagare oggi - quando i tassi finali dei mutui sono molto più bassi - ancora tassi e rate della "vecchia era"?

La risposta, nella maggior parte dei casi, è no. Ovviamente, molto dipende dalla durata residua e dal capitale residuo. Ad esempio, chi nel 2005 ha stipulato un mutuo a 10 anni è praticamente giunto al capolinea, quindi porsi ora questa domanda ha poco senso dal punto di vista finanziario. Ma a chi manca ancora qualche anno e una buona fetta di capitale da restituire porsi questa domanda è quasi d'obbligo: «È troppo tardi per entrare nel "nuovo mondo dei tassi azzerati" e provare a risparmiare qualcosina?».

Abbiamo provato a rispondere con una tabella dettagliata elaborata da MutuiOnline.it che esamina, sia nell'ipotesi di partenza di un mutuo di 20 che di 30 anni, quanto potrebbe diminuire la rata chi ha stipulato un mutuo a tasso fisso a partire dal 2002 fino allo scorso anno, nell'ipotesi che scelga adesso di giocarsi la carta della surroga, ovvero di spostare il mutuo presso un altro istituto che offre condizioni migliori (ricordando che la surroga è gratuita e non prevede nuovi atti notarili dato che l'ipoteca iniziale viene trasferita e non modificata considerato che con la surroga il debito residuo rimane identico ma è possibile invece modificare tasso e durata. E ricordando inoltre che prima dell'atto estremo della surroga si può sempre proporre alla proprio banca una rinegoziazione del mutuo, proposta che è facoltà della banca accettare).

«La graduale riduzione degli spread sui mutui e il rafforzamento delle misure della Bce a favore della ripresa economica hanno aperto una interessante opportunità non solo per i nuovi mutui di acquisto casa ma anche per chi il mutuo lo ha già sottoscritto - spiega Roberto Anedda, direttore marketing di MutuiOnline.it -. Grazie alla surroga è infatti possibile cambiare mutuo a costo zero in modo da ottenere condizioni più vantaggiose. E soprattutto per chi in passato, non solo recente ma anche più lontano, ha sottoscritto mutui a tasso fisso le possibilità di risparmio sono notevoli. Già ipotizzando di surrogare un mutuo da 100mila euro sottoscritto ai migliori tassi fissi dal 2002 ad oggi con un mutuo a tasso fisso o variabile alle migliori condizioni attuali si nota come sia possibile ridurre in maniera davvero importante la rata mensile e la spesa finale per interessi, con risparmi complessivi che per certi mutui sono anche di parecchie decine di migliaia di euro. E le famiglie si sono ormai accorte che è passato il momento difficile recente nel quale i mutui erano molto costosi: adesso il costo del denaro è ai minimi storici, e i tassi dei mutui partono dal 2% per un variabile e addirittura sotto il 4% per i tassi fissi, record al ribasso di sempre - continua Anedda -. La convenienza cambia chiaramente a seconda della durata del mutuo e dell'anno in cui è stato sottoscritto, dato che dal 2002 ad oggi i tassi hanno subito diverse fluttuazioni, ma mediamente sono sempre ottenibili risparmi più o meno corposi. Non va poi dimenticato che la media dei tassi dei mutui erogati è chiaramente più alta rispetto a quelle che erano le migliori condizioni disponibili, quindi il vantaggio economico effettivo per la gran parte dei mutui accesi in tale periodo è assai superiore a quello calcolato nell'esempio».

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