TOKYO – I bond governativi giapponesi in circolazione hanno superato a fine giugno per la prima volta la soglia record del milione di miliardi di yen: l'importo esatto è di 1.013.000 miliardi di yen, pari a circa 9.300 miliardi di dollari, con un aumento del 4,5% rispetto a un anno prima determinato soprattutto dalle maggiori esigenze di finanziamento del welfare.
Lo ha reso noto la Banca del Giappone, che ne è il principale detentore con il 21,3% del totale, ossia 215mila miliardi di yen, con un balzo del 43% rispetto a un anno prima grazie alla nuova politica monetaria di "allentamento quantitativo e qualitativo". La banca centrale (un organismo dello Stato) è dunque il maggior creditore del ministero delle Finanze.

Le banche giapponesi detengono bond pubblici per 129mila miliardi di yen, pari al 12,7% del totale, con un calo annuale del 6,3%: un trend desiderato dalla banca centrale, che fa incetta di nuove emissioni proprio per cercare di indirizzare gli istituti di credito verso maggiori crediti all'economia reale e un più ampio acquisto di asset di rischio. In totale le istituzioni finanziarie domestiche – comprendendo quindi anche le compagnie assicurative e altri operatori - possiedono il 57,7% dei bond statali (in calo del 3,5% in un anno).
Gli investitori stranieri detengono bond nipponici per 86mila miliardi di yen, pari all'8,5% del totale, in aumento rispetto all'8,4% di fine marzo. Rispetto a un anno prima, l'incremento della detenzione da parte dei non residenti nel secondo trimestre è salito del 5,8%. In aumento (a 161mila miliardi di yen :+13,3% anno-su-anno) anche gli acquisti di azioni giapponesi da parte di investitori esteri.

Mentre il debito pubblico continua ad aumentare, il Giappone ha anche accusato il 26esimo deficit commerciale mensile consecutivo, con un disavanzo in agosto di 948,5 miliardi di yen, in lieve contrazione rispetto a un anno prima a causa di un calo dell'1,5% delle importazioni. L'export giapponese è sceso dell'1,3% a 5,703 miliardi di yen, il che segnala come l'andamento dell'economia dipenda sempre più dai consumi interni e dagli investimenti, mentre non può più contare – come in passato – sul traino della domanda esterna (anche perché la Corporate Japan ha già delocalizzato molte attività oltreconfine).

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