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Questo articolo è stato pubblicato il 10 ottobre 2014 alle ore 14:02.
L'ultima modifica è del 10 ottobre 2014 alle ore 18:33.

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Fininvest scenderà al di sotto del 10% nel capitale di Mediolanum. Lo ha annunciato questa mattina la stessa holding della famiglia Berlusconi come conseguenza al procedimento relativo all’iscrizione di Mediolanum nell’Albo dei Gruppi bancari e a seguito della sopravvenuta perdita dei requisiti di onorabilità in capo al proprio controllante indiretto Silvio Berlusconi.

È stata la Banca d’Italia, d’intesa con l’istituto di vigilanza sulle assicurazioni Ivass, a disporre con provvedimento del 7 ottobre (pervenuto ieri) la dismissione della partecipazione in Mediolanum Spa eccedente il 9,9%. L’atto potrà anche avvenire mediante il conferimento in un trust ai fini della successiva alienazione a terzi entro 30 mesi dalla data della sua istituzione. A seguito di tale misura, viene meno l'efficacia del Patto di sindacato tra Fininvest e Fin.Prog. Sapa di Ennio Doris, presidente di Banca Mediolanum.

In ballo azioni pari a circa 21% del capitale azionario
«Il Cda di Fininvest - si legge nella nota della holding - si riunirà per la valutazione e l'esame del suddetto provvedimento e l’adozione delle conseguenti deliberazioni, anche tenuto conto delle caratteristiche e dell'entità della partecipazione in oggetto e della rilevanza di Mediolanum Spa per il mercato, per i suoi clienti e per i suoi azionisti». Il provvedimento riguarda oltre il 20% del capitale della banca. La holding della famiglia Berlusconi ha infatti il 31,1 per cento. Immediata la reazione in Borsa, dove le azioni Mediolanum cedono il 3% a metà seduta (parità per Mediaset). Il mercato si interroga probabilmente su quale destinazione prenderanno le azioni targate Fininvest: in passato, peraltro, lo stesso Ennio Doris aveva detto a più riprese di voler rilevare la quota in mano alla holding.

Mediolanum: proseguiremo la nostra attività
In un comunicato in cui prende atto del provvedimento della Banca d’Italia, la stessa Mediolanum afferma di mantenere e perseguire «la sua stabile e consolidata presenza nel mercato, così come avvenuta e riconosciuta in questi anni, forte della garanzia e della continuativa partecipazione della famiglia Doris, che detiene oltre il 40% delle azioni».
«Mediolanum proseguirà la sua attività nel rispetto delle strategie e dei principi che hanno sempre contraddistinto questo gruppo», si legge ancora tra le righe del comunicato, nel quale si esprime anche «totale solidarietà» a Silvio Berlusconi nella presente circostanza.

Doris disponibile a comprare fino al 10%
Ennio Doris, fondatore di Mediolanum, spera che la quota del 21% circa che Fininvest è costretta a vendere entro 30 mesi rimanga alla famiglia Berlusconi. L'imprenditore è comunque pronto a rilevare parte delle azioni che Fininvest dovrà vendere, rimanendo comunque sotto il 50% del capitale. «Bisogna attendere la decisione che Fininvest prenderà» nel prossimo cda. Intanto la soluzione del trust mi pare giusta. Ad ogni modo spero che la quota che dovrà alienare Fininvest rimanga alla famiglia Berlusconi», ha commentato Doris a Radiocor.

«Se Fininvest dovesse vendere azioni sul mercato - ha aggiunto il banchiere - si creerebbe una fila di gente e in fila ci sarei anche io, nonostante ulteriori azioni non mi servano per gestire la società, avendo il 40% delle azioni». L'imprenditore potrebbe spingersi poco sotto il 50%. «Ho incaricato i miei legali di studiare bene quanto potrei acquistare senza far scattare l'Opa, anche se già detengo il controllo. Non vorrei causare il delisting visto che la quotazione è positiva per un gruppo bancario. Se potrò mi spingerò poco sotto il 50%».

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