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Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2014 alle ore 08:07.
L'ultima modifica è del 14 ottobre 2014 alle ore 08:10.

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(Afp)(Afp)

TOKYO - L'indice Nikkei della Borsa di Tokyo ha chiuso oggi in pesante ribasso del 2,38% a 14.936,51 punti.

La Borsa giapponese ha assecondato l'”indietro tutta” dei mercati azionari internazionali e, dopo la pausa di lunedì per la festività dello Sport e Salute, avvia la nuova settimana con il Nikkei sotto la soglia dei 15mila punti per la prima volta negli ultimi due mesi.

Nel contesto di rinnovati timori sulla crescita globale che ridimensionano la propensione al rischio degli investitori, lo yen si è rafforzato intorno alla soglia di un cambio a 107 sul dollaro (massimi da un mese), mentre l'euro è arrivato vicino a quota 136 yen. La dinamica valutaria (basata sulla percezione di un ruolo di “safe haven” della divisa nipponica) pesa soprattutto sui titoli delle società esportatrici, oggi in forte calo a partire da quello del colosso automobilistico Toyota. Pesanti anche i titoli del settore dei trasporti e quelli minerari (che soffrono il calo delle quotazioni delle materie prime).

Con Wall Street indirizzata verso una sensibile correzione (il Dow Jones ha perso oltre 670 punti negli ultimi tre giorni di contrattazioni, scendendo intorno ai minimi da sei mesi), il pessimismo è tornato a diffondersi anche in Asia, mentre stanno venendo al pettini nodi irrisolti dell'Abenomics, con l'economia nipponica ancora appesantita dalle conseguenze del rialzo dell'Iva scattato il primo aprile scorso (tanto che di recente il Fondo Monetario Internazionale ha effettuato una drastica revisione al ribasso delle sue stime sulla crescita del Prodotto interno lordo giapponese a un modesto +0,9% per l'anno in corso). Non giovano, inoltre, il crescendo delle tensioni di piazza a Hong Kong manifestatosi ieri e le preoccupazioni internazionali per il potenziale di diffusione dell'Ebola.

Intanto in Giappone i prezzi all'ingrosso sono saliti del 3,5% a settembre rispetto a un anno: si tratta del 18esimo mese consecutivo di incremento, ma il passo della crescita sta continuando a infiacchirsi, anche a causa del cedimento delle quotazioni petrolifere. Escludendo l'impatto dell'Iva, i prezzi all'ingrosso sono aumentati solo dello 0,7%: è la prima volta in 16 mesi che risultano saliti meno dell'1 per cento. E su base mensile risultano in calo dello 0,1% sui dati di agosto. Il che sembra confermare il rallentamento del trend dell'inflazione che interessa i prezzi al consumo e sta preoccupando la banca centrale, ansiosa di ancorare concrete aspettative di stabile crescita dell'inflazione.

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