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Questo articolo è stato pubblicato il 27 ottobre 2014 alle ore 19:03.
Banco Popolare
Per molti osservatori è la maggiore sorpresa positiva dell'esame Bce. L'istituto guidato da Pier Francesco Saviotti, spesso penalizzato, almeno nei giudizi degli addetti ai lavori, dalle difficoltà del recente passato e dai fantasmi di Banca Italease, supera agevolmente il test e si conquista una posizione di forza nello scenario post Aqr. L'excess capital derivante dai calcoli Bce è di quasi 1,2 miliardi, in virtù di interventi da 1,8 miliardi realizzati nel 2014 che hanno più che compensato il fabbisogno da 693 milioni calcolato per il 2013. Per l'istituto veronese, inoltre, è stato particolarmente incoraggiante il risultato dell'asset quality review: il processo di revisione degli attivi ha portato all'identificazione di un deficit patrimoniale di soli 34 milioni, a testimonianza della corretta valutazione dei crediti effettuata dalla banca.
Bper
Tra le banche italiane «rimandate» è, insieme al Banco, quella che meglio ha superato gli esami di riparazione di settembre. Nel 2014 l'istituto ha portato a termine azioni di rafforzamento patrimoniale per 759 milioni, a fronte di un fabbisogno 2013 (emerso peraltro solo in sede di stress test nelle condizioni avverse) di soli 128 milioni. Di conseguenza, il capitale in eccesso è pari a circa 632 milioni. L'amministratore delegato Alessandro Vandelli ha così potuto sottolineare che «il livello di patrimonializzazione dopo l'esercizio di asset quality review si attesta ben al di sopra della soglia minima e si porta oltre il 10% considerando l'effetto delle principali misure di rafforzamento patrimoniale».
Veneto Banca
La banca supera l'esercizio Bce di un soffio, ma il direttore generale Vincenzo Consoli non nasconde la soddisfazione di essere stato promosso «direttamente, senza essere rimandato» alle valutazioni Bankitalia. Per Veneto Banca, da mesi sotto i riflettori e spesso indicata tra gli istituti a rischio bocciatura, secondo Consoli, quindi, «il bicchiere è pieno». Certo il margine non è rassicurante, con un capitale in eccesso di soli 24 milioni, ma certifica che le azioni realizzate nel 2014, da 738 milioni, sono state sufficienti per colmare il gap patrimoniale da 714 milioni emerso dai calcoli Bce a fine 2013. Tanto che, conclude Consoli, «Veneto Banca può lavorare per sostenere l'economia e penso possa anche cominciare a pensare a dare la giusta soddisfazione ai soci».
Credito Valtellinese
Anche per il Credito Valtellinese la promozione arriva grazie al rafforzamento patrimoniale eseguito nel corso del 2014. Gli interventi per 415 milioni hanno infatti azzerato il fabbisogno 2013 da 377 milioni e lasciato nelle «casse» della banca un surplus di circa 38 milioni, che salgono a 50 considerando anche la cessione al gruppo Alba del ramo di azienda attivo nel leasing. Una «valutazione positiva» del risultato arriva dall'ad Miro Fiordi, che sottolinea come «un aumento di capitale ben calibrato» abbia permesso all'istituto di superare l'esame Bce.
Popolare di Sondrio
Dopo Veneto Banca e Creval, la Popolare di Sondrio completa il terzetto delle banche promosse sul filo di lana, pur senza dover ricorrere all'esame d'appello di Bankitalia. Anche in questo caso l'eccesso di capitale è risicato, pari a soli 26 milioni, in virtù di un fabbisogno patrimoniale 2013 da 317 milioni colmato da azioni per 343 milioni nel corso del 2014. La banca può quindi tirare un sospiro di sollievo e sottolineare che non ci sono «residue esigenze di rafforzamento patrimoniale».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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