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Questo articolo è stato pubblicato il 27 ottobre 2014 alle ore 19:03.

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Promosse sì, ma a settembre. Sette banche italiane superano l'esame Bce soltanto in seconda battuta, vale a dire grazie alle iniziative messe in campo dal primo gennaio al 30 settembre 2014, che consentono di colmare i deficit patrimoniali emersi dai dati a fine 2013. Per due di loro, Bpm e Popolare di Vicenza, la promozione passa inoltre dall'intervento della Banca d'Italia, che include nei propri conteggi tutte le misure varate per rafforzare i bilanci e non soltanto, come fa la Bce, gli aumenti di capitale e le conversioni di bond. Per le altre cinque il via libera arriva direttamente da Francoforte, ma se Banco Popolare e Bper alla fine superano il test agevolmente, Veneto Banca, Credito Valtellinese e Popolare di Sondrio se la cavano solamente sul filo di lana.

Popolare di Vicenza
L'istituto guidato dal presidente Gianni Zonin supera l'esame Bce grazie al vero e proprio blitz con cui sabato il cda ha deliberato la conversione del bond da 253 milioni alla prima finestra temporale utile. Operazione che è stata quindi conteggiata da Bankitalia e che ha coperto in extremis il fabbisogno residuo da 223 milioni rilevato dalla Bce. Nel dettaglio, l'asset quality review (Aqr) aveva fatto emergere un deficit patrimoniale da 119 milioni, mentre i disavanzi erano stati di 158 milioni per lo stress test nello scenario base e di 682 milioni nello scenario avverso, cifre coperte in parte dal rafforzamento netto da 459 milioni già realizzato nel 2014. Il superamento del test, sebbene ai tempi supplementari, è «motivo di soddisfazione» per il direttore generale Samuele Sorato, a maggior ragione «se si considera che negli ultimi quattro anni la banca ha erogato impieghi per 11,5 miliardi».

Bpm
Anche per Piazza Meda la promozione arriva solo dai numeri della Banca d'Italia, ma con termini e condizioni profondamente diversi da quelli della Popolare di Vicenza. Per la Bce il deficit patrimoniale a fine 2013 era pari a 684 milioni, coperto solo in parte da interventi 2014 per 519 milioni. Il quadro tuttavia cambia radicalmente con le comunicazioni di Bankitalia, che certificano ulteriori misure di rafforzamento per 879 milioni: a fare la parte del leone è la rimozione, nello scorso giugno, dei cosiddetti add-on, i filtri prudenziali aggiuntivi imposti dalla Vigilanza di Palazzo Koch nel 2011, con un impatto positivo da 750 milioni. La pagella di Bpm cambia così completamente faccia e l'istituto può vantare un eccesso di capitale da 713 milioni. Soddisfazione per il risultato è stata espressa dal consigliere delegato Giuseppe Castagna, mentre il presidente del consiglio di sorveglianza Piero Giarda in un colloquio con Radiocor ha sottolineato che «Bpm è solida dal punto di vista patrimoniale e oggi ha un profilo di normalità. Deve pensare a mettersi a guadagnare».

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