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Questo articolo è stato pubblicato il 25 novembre 2014 alle ore 17:50.
L'ultima modifica è del 25 novembre 2014 alle ore 22:36.
L'Opec non ha trovato alleati per contrastare la caduta dei prezzi del petrolio. L'ipotesi di un accordo per tagliare la produzione insieme a Russia e Messico è tramontata questo pomeriggio a Vienna, dopo una riunione a porte chiuse che ha messo a confronto i ministri dell'Energia dei due paesi, esterni all'Organizzazione, con il potente ministro del Petrolio saudita, Ali Al Naimi, e il ministro degli Esteri venezuelano Rafael Ramirez, uno dei più agguerriti “falchi” dell'Opec. Era stato proprio Ramirez a dare pubblicità all'incontro, annunciando che sarebbe sfociato in qualche forma di «coordinamento» tra i produttori.
A generare forti aspettative aveva poi contribuito l'ufficio stampa di Rosneft: Igor Sechin, ceo della compagnia russa e amico del presidente Vladimir Putin, avrebbe affiancato il ministro Alexander Novak nell'incontro, convocato per «discutere le condizioni del mercato del petrolio» e verso le 17 ora italiana ci sarebbe stata una conferenza stampa, con un «importante annuncio». Un comunicato (forse addirittura congiunto) sarebbe stato diffuso di lì a breve.
Qualcosa dev'essere andato storto. Storto al punto che Sechin – invece di fare annunci e rispondere alle domande dei giornalisti – è sgattaiolato via da un'uscita secondaria. Farà rientro a Mosca stasera stessa, come del resto aveva già programmato.
L'ingrato compito di sgonfiare le aspettative se l'è assunto il venezuelano Ramirez. L'esito della riunione è stato davvero deludente: «Abbiamo deciso di tenerci in contatto e di incontrarci di nuovo fra tre mesi», ha detto il ministro. Quanto ad azioni congiunte, è davvero difficile intravvederne. «Tutti siamo preoccupati per i prezzi», ha detto Ramirez, aggiungendo però che «ognuno ha la propria visione del mercato». Ogni eventuale intervento è dunque rinviato al vertice Opec di giovedì. Ma il mercato ha già deciso che difficilmente potrà essere un intervento decisivo: le quotazioni del greggio, in rialzo durante la riunione tra russi, sauditi, venezuelani e messicani, hanno subito virato al ribasso, tornano vicine ai minimi da 4 anni, sotto 79 dollari al barile per il Brent.
twitter.com/SissiBellomo
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