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Questo articolo è stato pubblicato il 22 aprile 2015 alle ore 07:02.

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La Cina è decisa a sfidare lo strapotere dell’«Abcd»: Archer Daniels Midland , Bunge, Cargill e Louis Dreyfus, i quattro colossi - tutti occidentali - che dominano l’agribusiness, in futuro dovranno fare i conti con Cofco. La società statale, un tempo incaricata soltanto di importare prodotti agricoli per conto di Pechino, negli ultimi anni ha allargato la sua sfera di azione, diventando una gruppo diversificato, con ramificazioni internazionali. Ed oggi è pronta a fare un ulteriore salto di qualità, completando la trasformazione in una «società agroalimentare globale». Ad esplicitare l’obiettivo è il presidente di Cofco, Ning Gaoning, che ieri all’Ft Commodities Global Summit ha promesso anche la quotazione in borsa, nel giro di 3-5 anni. «Questa non dovrebbe essere una società cinese, ma globale - ha spiegato Ning - e l’Ipo ci aiuterà a raggiungere questo standard».

Nel mirino di Cofco - che l’anno scorso ha speso 2,8 mililardi di dollari per rilevare il controllo di Nidera e Noble Agri - ci sono anche ulteriori acquisizioni, con un occhio di riguardo al Nord America, «un posto che non si può ignorare» ha confermato Ning (si veda Il Sole 24 Ore del 17 aprile).

«La gente mi chiede se in futuro vogliamo essere acquirenti o concorrenti - ha aggiunto il manager cinese - Penso che collaboreremo. Qualche volta saremo in competizione, ma in modo molto, molto amichevole».

Pur restando impegnata a soddisfare il fabbisogno alimentare cinese, Cofco «non intende essere solo una società che rifornisce la Cina», assicura Ning. «La Cina è solo una delle destinazioni».

Il Paese asiatico avrà comunque un ruolo importante: Cofco stima che Pechino tra dieci anni dovrà importare 200 milioni di tonnellate di prodotti agricoli, contro gli attuali 120 milioni. La dipendenza dall’estero crescerà soprattutto per i semi di soia, con un incremento dell’import del 5% l’anno o più secondo Ning. Le sue previsioni sono ancora più aggressive di quelle del ministero dell’Agricoltura, che nell’Outlook 2015-2024 - appena pubblicato - calcola che le importazioni di soia nel prossimo decennio saliranno del 15,8% (a 82,66 milioni di tonnellate). Il governo cinese prevede inoltre una forte crescita dell’import di riso (+25%) e zucchero (+45%), mentre - grazie a una maggiore autosufficienza - dovrebbero calare le importazioni di mais e grano. In rallentamento quelle di carni e latticini.

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