Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 25 settembre 2012 alle ore 06:42.

My24

CASTEL GOFFREDO (Mn). - «Per Castel Goffredo? Esca a Desenzano e poi sempre dritto verso Castiglione delle Stiviere...». Dopo venti anni dalla prima inchiesta del Sole 24 Ore sui distretti italiani – e una serie ininterrotta di rotatorie al posto dei semafori – per approdare in questo paesone "Centro Internazionale della Calza" continua a non esserci l'ombra di un cartello. A salvarci rimane solo il Gps.

Almeno sino a quando non ci si imbatte in una sequela ordinata di villette e lenzuoli di protesta (stile, «non nel mio cortile») contrari alla costruzione della terza centrale a biomasse della zona proprio in un ex stabilimento di collant.
Un fallimento imprenditoriale che non è però la parabola dell'intero distretto, eccellenza mondiale da 60 anni (anche a quote di mercato decrescenti) nella produzione di calze e collant femminili (tecnicamente, "calzetteria"). Di certo, è il campanello d'allarme di una lenta discesa, iniziata almeno 15 anni fa tra globalizzazione, emergenti e nuovi concorrenti, naturale evoluzione produttiva e un sistema Paese che non riesce a rimuovere la "zavorra" di costi e burocrazia.

Negli anni, insomma, la calzetteria italiana ha provato a resistere e reinventarsi. Lasciato vittime sul campo e perso pezzi pregiati di filiera. Ma ha anche diversificato (non solo collant, ma autoreggente, parigina, legging...), puntato alla moda (colori e collezioni rinnovate ogni stagione, anche se il top delle vendite è sempre fatto di nero e marrone), alla distribuzione (nascita e diffusione dei negozi monomarca, presenza in department store e grandi magazzini, shop-in-shop) e ad applicazioni nuove in mercati esistenti (il seamless per l'intimo), fino alla diffusione nel medicale (calze graduate o per particolari patologie).
Il polo è costituito da 16 comuni all'intersezione delle province di Mantova, Verona, Brescia e Cremona. Capannoni interrotti da campi di granturco, fontanili d'acqua dolce e colonie estive di zanzare. Castel Goffredo ne è il cuore, con 12mila abitanti di cui oltre il 20% è costituito da residenti stranieri di 40 etnie (soprattutto da Bangladesh, Cina, Sri Lanka e India).

Un distretto nato per caso, dal soggiorno a Chemnitz, in Germania, nel 1921, di Delfino Eoli (prima squadrista e poi podestà) che lavorò 4 anni in un'industria di calzetteria femminile. Di ritorno, nel '25, con due soci, fondò la Noemi. Dopo 2 anni aveva già 50 dipendenti. Arrivò sino a mille. Poi la crisi e lo spin-off: nel '58 chiuse e gli operai si polverizzarono in microlaboratori familiari. La prima trama del futuro tessuto imprenditoriale che decollerà negli anni '60 e '70. Delle 442 imprese del comparto, attive nel '92, oggi se ne contano 220 ed occupano circa 6mila dipendenti diretti. Con un fatturato 2011 poco sopra 1 miliardo di euro (+0,2% rispetto all'anno prima) il distretto mantiene circa l'80% della produzione nazionale di calze femminili e collant ma copre anche il 71,6% del mercato europeo (Russia inclusa) e il 28,4% di quello extra Ue, esportando, di fatto, i due terzi della produzione.

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi