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Questo articolo è stato pubblicato il 27 novembre 2012 alle ore 20:44.

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Rivoluzione in arrivo per il mondo dei carburanti italiani, all'insegna (così almeno si promette) della liberalizzazione, che dovrebbe consentire qualche significativa limatura dei prezzi finali. Con una doppia mossa, prevista dal "decreto scorte" vagliato dal pre-consiglio dei ministri in vista della riunione di Governo convocata per venerdì.

Prima mossa: per recepire le direttive europee sulla sicurezza del sistema dei carburanti verrà centralizzata la gestione delle scorte, ora in mano alle compagnie petrolifere e parzialmente "appoggiata" sui depositi esteri. Nascerà dunque l'Ocsit (organismo centrale di stoccaggio italiano) affidato all'Acquirente unico, che già coordina gli approvvigionamenti di elettricità per il mercato tutelato.
Ma la novità più rilevante riguarda l'istituzione, con l'articolo 22 dello stesso decreto legislativo, della più volte annunciata "borsa dei carburanti". Entro 180 giorni – così prevede il decreto – dovranno essere definiti i meccanismi operativi. A gestire direttamente la nuova Borsa sarà comunque il Gme, il gestore dei mercati energetici che manovra con buona maestria la borsa elettrica italiana e la nascente borsa del gas.

Efficienza, trasparenza e quindi vantaggi anche di prezzo per i consumatori finali. Il decreto e la relativa relazione illustrativa sono ammantati di promesse. «Con l'Ocsit – si legge – la sicurezza petrolifera italiana sarà più efficace e svincolata, almeno in parte, dagli interessi degli operatori economici, non sempre coincidenti con l'interesse generale». Dunque «una oculata gestione economica permetterà di ridurre l'onere a carico degli operatori stessi, già attualmente traslato ai consumatori finali». Non solo. «La costituzione dell'Ocsit può rappresentare una nuova opportunità economica per il nostro Paese» perché «vengono create le condizioni affinché non solo si riducano le scorte all'estero ma addirittura che l'Italia possa diventare un Paese che accolga le scorte degli altri Paesi europei, con nuove prospettive di attività economiche che vadano ad affiancarsi a quelle tradizionali della raffinazione e dello stoccaggio commerciale, considerato anche che alcun raffinerie stanno venendo trasformate in deposito».

Quanto alla borsa dei carburanti, uno dei pilastri nel disegno di liberalizzazione della nostra ormai datata filiera di settore, l'obiettivo è quello di allestire «una piattaforma di mercato che faciliti l'incontro tra domanda e offerta all'ingrosso di prodotti petroliferi liquidi per autotrazione». Anche se la promessa va ora riempita di contenuti operativi. Tre le ipotesi di coinvolgimento del Gme: la creazione di una semplice "bacheca", un punto telematico di incrocio tra domanda e offerta; una piattaforma di brokeraggio, con il Gme che fa da gestore-garante sulla base di una standardizzazione contrattuale; un modello simile a quello adottato per il mercato elettrico, con il Gme controparte centrale. Un modello, quest'ultimo, che oltre a incontrare i comprensibili favori del Gme viene considerato preferibile dagli esperti.

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