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Questo articolo è stato pubblicato il 04 dicembre 2013 alle ore 11:17.
L'ultima modifica è del 04 dicembre 2013 alle ore 17:56.

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Grano cecoslovacco, prosciutti tedeschi e fiori olandesi: è quanto contenevano i primi tre tir bloccati al Brennero dalle sentinelle del "Made in il Italy". Dall'alba, nonostante il freddo, migliaia di allevatori della Coldiretti sono schierati al valico del Brennero per quella che chiamano la «battaglia di Natale»: bloccare in entrata le merci destinate a finire nelle cucine e sulle tavole con un marchio nazionale ingannevole.

«Insieme alle autorità e collaborando con gli autisti gli agricoltori aprono le porte dei camion e scovano carichi di granaglie, fiori con la sigla "IT" e semilavorati di suino tedesco etichettati col tricolore. L' inganno è per tutti – spiega Giorgio Piazza, presidente regionale di Coldiretti Veneto – mascherato nelle bolle di trasporto, dentro i furgoni e persino sul prodotto senza ritegno. Chiediamo il rispetto delle regole, la legalità e la carta d'identità per tutte le produzioni agroalimentari». Produzioni che, in Veneto, «valgono oltre 5 miliardi di fatturato dato dalla tipicità e qualità coltivata ed allevata dagli imprenditori agricoli», aggiunge.

Solo da Treviso sono partiti in cento, alle quattro di mattina: nel piazzale scelto come campo base all'area di parcheggio Brennero, al chilometro 1 dell'autostrada in direzione sud (Austria-Italia), ci sono trattori e decine di pullman provenienti da tutta Italia.
Secondo il dossier presentato dalla Coldiretti a sostegno della mobilitazione, contiene materie prime straniere circa un terzo della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati con il marchio Made in Italy, ma i consumatori ne sono all'oscuro. Le importazioni di bassa qualità spacciate come italiane hanno un costo elevato: solo nell'ultimo anno – denuncia l'associazione – sono scomparse 32.500 stalle e aziende agricole e si sono persi 36mila occupati nelle campagne.
«Gli inganni del finto made in Italy sugli scaffali - denuncia il presidente Coldiretti, Roberto Moncalvo - riguardano due prosciutti su tre venduti come italiani ma fatti con maiali allevati all'estero. Inoltre tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono stranieri senza indicazione in etichetta; oltre un terzo della pasta è ottenuta da grano non coltivato in Italia e la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere».

La scelta degli ingredienti stranieri nei prodotti alimentari realizzati in Italia - prosegue Coldiretti - è dovuta alla ricerca del rifornimento a basso costo, ma senza tutele.
Per questo l'obiettivo finale é «smascherare il falso Made in Italy alimentare, aiutare i consumatori a fare scelte di acquisto consapevoli in vista del Natale e sollecitare le istituzioni a rendere operativo l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza dei prodotti agricoli e alimentari». Fra gli agricoltori italiani c'è anche il ministro delle Politiche agricole Nunzia de Girolamo, che su Twitter sta postando le foto della protesta in tuta gialla.

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