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Tusk: vertice straordinario Ue sull’immigrazione il 23 settembre

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emergenza immigrazione

Tusk: vertice straordinario Ue sull’immigrazione il 23 settembre

  • –con un post da Econopoly

Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha sciolto la riserva e ha annunciato via Twitter di aver convocato un vertice straordinario sull'immigrazione per mercoledì prossimo, 23 settembre, alle 18. La riunione a livello di capi di Stato e di governo era stata chiesta nei giorni scorsi a Tusk dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dal premier austriaco Werner Faymann. «Convoco un Consiglio europeo straordinario mercoledì 23 settembre alle 18 per discutere su come affrontare la crisi dei rifugiati», ha scritto il presidente del Consiglio su Twitter. Nel prossimo fine settimana, Tusk ha in programma un viaggio in Egitto e Giordania, «anche in un campo profughi», ha scritto sempre sul suo profilo Twitter, e si ripromette di riferirne mercoledi' prossimo ai leader. Per il giorno precedente, martedì 22, la presidenza lussemburghese ha già convocato un nuovo consiglio straordinario dei ministri degli Interni che discuterà nuovamente del piano della Commissione sulla redistribuzione obbligatoria di 120 mila profughi, con l'obiettivo di giungere a un accordo a maggioranza qualificata. Il piano è stato votato a larga maggioranza anche dal Parlamento Ue.

Tensione alla frontiera serbo-croata
Continua il flusso dei migranti scaricati dagli autobus in territorio serbo vicino alla frontiera con la Croazia. Dopo aver annunciato che il Paese avrebbe consentito senza intralcio il passaggio dei rifugiati, le autorità croate hanno lanciato l'allarme: «Se si tratta di migliaia, possiamo gestirli, ma se sono decine di migliaia semplicemente non abbiamo i mezzi», ha dichiarato il ministro degli Esteri Vesna Pusic all'emittente Hrt. «Stiamo parlando con alcuni Paesi, europei e non, per avere aiuto nel caso in cui il numero dovesse continuare a salire», ha aggiunto. I migranti vengono registrati e riuniti nel centro di raccolta di Jezevo, alla periferia di Zagabria. Durante la procedura «sono liberi di muoversi, non sono in prigione», ha voluto sottolineare il ministro specificando che una parte di questi rifugiati proviene da paesi in guerra, altri sono migranti economici. Oggi il premier croato, Zoran Milanovic, avrà un faccia a faccia con il collega austriaco, il cancelliere Werner Faymann, e successivamente sarà a Lubiana per incontrare il premier sloveno, Miro Cerar. Nei giorni scorsi, infatti, l'Austria ha annunciato il ripristino dei controlli alle frontiere, controlli che riguarderanno anche il confine con l’Italia, mentre il governo della Slovenia ha annunciato che introdurrà temporaneamente controlli alla frontiera con l’Ungheria.

Ungheria, altri lacrimogeni nella notte
Al posto di confine serbo-ungherese di Horgos, teatro ieri di violenti scontri tra migranti e polizia ungherese, nella notte gli agenti hanno nuovamente sparato gas lacrimogeni per allontanare un gruppo di giovani che continuava a protestare davanti al muro. Per prevenire nuovi incidenti la polizia serba si è schierata con due cordoni di agenti davanti al muro difensivo ungherese, che nelle ultime ore è stato ulteriormente rafforzato con nuovi rotoli di filo spinato. Ieri, negli scontri al confine di Horgos, almeno 300 persone sono rimaste ferite. La metà ha riportato conseguenze per il lancio dei lacrimogeni mentre un'altra metà ha riportato ferite da taglio. Tra i feriti anche 20 poliziotti ungheresi.

Budapest, critiche bizzarre per la repressione dei violenti
L'Ungheria respinge le critiche della comunità internazionale per l'uso di idranti e lacrimogeni contro i migranti al confine con la Serbia. Il ministro degli Esteri di Budapest, Peter Szjjarto, ha parlato di dichiarazioni «bizzarre e scioccanti» e ha affermato che coloro che si schierano con le persone che lanciano pietre contro la polizia «incoraggiano la violenza». Il ministro ha dichiarato inoltre fallita la politica europea sull'asilo e ha annunciato che l'Ungheria proporrà misure alternative.
A parlare di un trattamento «inaccettabile» nei confronti dei migranti era stato anche il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, che si era detto «scioccato nel vedere come sono stati trattati migranti e rifugiati». «Si tratta di persone che fuggono dalla guerra e dalla persecuzione devono essere trattati con dignità umana», aveva affermato Ban.

Ungheria, sì a quote se interviene forza Ue
«Abbiamo proposto di creare una forza Ue che protegga le frontiere europee» e se ci sarà una proposta della Commissione Ue in questo senso, «siamo pronti a sostenere il sistema della ridistribuzione per quote»: così il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto.

La Bulgaria schiera l’esercito al confine con la Turchia
Il governo bulgaro schiera l'esercito al confine con la Turchia, a sostegno della polizia nelle operazioni di vigilanza in vista degli arrivi di migranti. Il ministro della Difesa Nikolay Nenchev ha annunciato che mille soldati saranno destinati alla missione e che un primo contingente di 50 soldati è stato già schierato. Circa 2mila migranti sono partiti dalla città turca di Edirne, diretti verso il confine bulgaro.

Merkel da Francoforte: il settore auto dia lavoro ai rifugiati
«Le condizioni della Germania sono positive e questo ci permette di far fronte alle nuove sfide», ha detto la cancelleria tedesca Angela Merkel a proposito dell'arrivo di migliaia di rifugiati nel Paese, inaugurando questa mattina il Salone dell'Auto di Francoforte. I costruttori di auto «diano opportunità di lavoro ai rifugiati», è l'appello - accolto da un lungo applauso - della cancelliera. «Vogliamo aiutare chi ha diritto alla tutela; chi viene solo per motivi economici deve lasciare il Paese. Quello che viviamo coi rifugiati dobbiamo vederlo con ottimismo».

In Germania si è dimesso il presidente del Bundesamt per le migrazioni
In Germania si è dimesso il presidente del Bundesamt per le migrazioni Manfred Schmidt, adducendo “ragioni personali”. Lo ha annunciato il ministero dell'Interno tedesco. L'ufficio a capo del quale di trovava dal 2010 è finito nelle critiche per non aver saputo reagire velocemente all'emergenza profughi. Anche il ministro De Maiziere è finito in questi giorni nelle polemiche.

Germania, ieri arrivi raddoppiati: 7.266 rifugiati
Il numero di rifugiati entrati ieri in Germania è più che raddoppiato rispetto a martedì, passando da 3.442 a 7.266 persone. Lo ha riferito la portavoce della polizia federale, Judith Toelle. «Molti di loro sono stati accolti appena hanno attraversato il confine con l'Austria», ha spiegato.

La Danimarca accoglierà mille profughi su base volontaria
La Danimarca, uno dei Paesi contrari alle quote Ue, è disposta ad accogliere mille rifugiati, su base volontaria, ossia al di fuori dei 120mila che saranno ripartiti tra i Paesi Ue. Lo ha annunciato il premier Lars Lokke Rasmussen, ribadendo che Copenaghen vuole mantenere il controllo delle sue politiche sull'immigrazione, «che non sarà imposta da Bruxelles». Rasmussen ha riconosciuto la «situazione eccezionale» che vive l'Europa e la necessità di adottare «soluzioni comuni». Rasmussen presenterà la sua offerta oggi a Bruxelles al presidente della Commissione Jean Claude Juncker e al presidente del Consiglio Donald Tusk.

Repubblica Ceca, il ministro Dienstbierm: possiamo accoglierne 15mila
La Repubblica Ceca, che fa parte del blocco dei Paesi dell'est europeo contrari alle quote, potrebbe accogliere 15mila migranti per far fronte al bisogno di manodopera nel Paese. Lo ha affermato il ministro per i Diritti umani Jiri Dienstbierm in una intervista al quotidiano Pravo, dividendo i 15mila in 5mila lavoratori e 10mila familiari.
Il ministro ha ricordato che secondo le ultime stime, l'industria ceca ha bisogno di 100mila operai qualificati. «Parto dalla proposta di Confindustria, che è disposta a impiegare immediatamente almeno 5mila rifugiati, in base alla loro qualifica», ha affermato. «Il governo ceco ha detto che il nostro contributo sarà su base volontaria e quanto sto affermando è in linea con tale orientamento», ha aggiunto Dienstbierm. La cifra di 15mila è di gran lunga superiore ai 2.978 previsti dal piano di ripartizione dell'Ue, a cui finora Praga si è opposta.

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