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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 09:05.
Le professioni dell'ambito scientifico potrebbero essere le prime a trarre giovamento dal recupero economico post-crisi. Il rilancio delle attività di ricerca e sviluppo, produzione e commercializzazione in ambito It e chimico-farmaceutico offrirà concrete possibilità di lavoro per i neolaureati in chimica, biologia, informatica, matematica e fisica.
Armando Zingales, presidente del Consiglio nazionale dei chimici, commenta così lo scenario attuale: «Il settore della chimica in Italia, oggi, soffre della crisi ma è ancora vitale. I giovani trovano facilmente sbocchi lavorativi immediati nel settore alimentare, per la verifica delle condizioni igienico-sanitarie dei prodotti, e nell'industria cosmetica, per la ricerca, lo sviluppo e la commercializzazione di prodotti per la bellezza e la cura del corpo. Ma anche sul fronte delle energie rinnovabili, della bonifica di siti inquinati, dello smaltimento rifiuti e della registrazione delle sostanze chimiche nell'ambito del nuovo quadro normativo europeo».
Settori e profili innovativi, utili tanto all'ambiente quanto a mantenere alta la considerazione dei professionisti della chimica presso l'opinione pubblica. Secondo Zingales, «sono finiti i tempi in cui la professione era guardata con sospetto o aperta ostilità dal pubblico. Oggi la gente ha cominciato a capire che fare chimica senza i chimici può portare a veri e propri disastri».
Forse questo stesso cambiamento di mentalità sta spingendo la professione tra i giovani. Nel 2009, in piena crisi, le iscrizioni all'Ordine dei chimici sono rimaste stabili, a fronte di un tasso di crescita pari in media al +2 per cento negli anni precedenti. «Gli iscritti ad oggi sono solo 10mila - conclude Zingales - contro i 300mila e passa ingegneri attivi in Italia. Di spazio per lavorare, insomma, ce n'è: a un paio d'anni dalla laurea, il tasso di collocamento tra i giovani raggiunge l'88 per cento».
Riscontri positivi arrivano anche dalle aziende, a caccia di profili scientifici da impiegare in numerose aree di business. «Le nostre assunzioni in ambito scientifico - spiega Livio Zingarelli, responsabile organizzazione e sviluppo di Roche - si concentrano in tre grandi macrofamiglie professionali. Anzitutto quella medicale, dove assumiamo non solo laureati in medicina ma anche chimici, biologi ed esperti di biotecnologie per il monitoraggio della qualità e la gestione clinica degli studi. C'è poi l'area del marketing, dove richiediamo lauree scientifiche abbinate però a master in comunicazione d'impresa e percorsi di specializzazione post-laurea. Il terzo settore riguarda le attività produttive, per le quali selezioniamo chimici e biotecnologi».