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Questo articolo è stato pubblicato il 31 agosto 2013 alle ore 08:49.

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Poi c'è la zona grigia del cosiddetto social housing, che, in via residuale include tutti coloro che non sono così poveri da rientrare nelle liste d'attesa per un alloggio popolare, ma non hanno neanche i soldi per acquistare o affittare alloggi a prezzo di mercato. È una fascia che la crisi sta ingrossando ogni giorno. Una risposta è stata data cinque anni fa, con il cosiddetto piano casa nazionale, varato nel giugno del 2008.
La novità stava nel meccanismo finanziario imperniato su un "fondo di fondi" per sostenere iniziative promosse a livello locale. Il perno di tutto è Cdp Investimenti Sgr, la società della Cassa depositi e prestiti che gestisce un fondo da 2 miliardi, che finora a impegnato 833 milioni, ma solo in minima parte con delibere definitive. Dall'impegno finanziario alle case però ce ne passa, e dei circa 11.135 alloggi stimati da Cdp quelli realizzati sono pochissimi. Inoltre il Mezzogiorno è praticamente assente.
La sfida del piano Cdp era di coinvolgere i privati in attività redditizie ma rivolte a fasce deboli. Risultati? «Le realizzazioni sono veramente poche rispetto alle proiezioni – dice l'imprenditore torinese Alessandro Cherio, vicepresidente dell'Ance –. È il caso di rivedere quello che è stato pensato». L'obiettivo iniziale del maxi fondo era soprattutto dare una risposta all'affitto. «Ma le iniziative realizzate – obietta Cherio – sono più forme di vendita che di affitto».
Anche il neo assessore all'Urbanistica di Roma, Giovanni Caudo, che conosce bene il meccanismo dei fondi per averlo studiato come tecnico dell'Anci, evidenzia i limiti dello strumento. «A distanza di qualche anno dall'avvio dell'iniziativa i risultati sono deludenti, se confrontati con le aspettative. Manca la figura del gestore sociale, che nelle esperienze positive di altri paesi assicura l'utilità sociale».
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I CASI
A Parma finite le prime case del fondo agevolato
Il fondo Parma Social House (Psh) è stato il primo a essere sottoscritto dal "fondo dei fondi" di Cassa depositi e prestiti, anche grazie al fatto che l'iter urbanistico era già in fase molto avanzata. Il Comune aveva infatti già individuato le aree e selezionato gli operatori con gara (un'associazione di imprese, cooperative e artigiani di Parma). Il progetto prevede la realizzazione di 852 alloggi su sette aree per 63mila metri quadrati. Gli alloggi sono in vendita, affitto con riscatto all'ottavo anno e affitto. Un intervento (Budellungo) è stato completato, altre residenze sono in costruzione, altri interventi devono partire. Le imprese hanno una doppio ruolo: sono esecutori per conto del fondo e sottoscrittori del fondo stesso.

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