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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2014 alle ore 10:37.
L'ultima modifica è del 31 maggio 2014 alle ore 14:05.

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Luciano Floridi (Imagoeconomica)Luciano Floridi (Imagoeconomica)

C'è anche un italiano nella commissione istituita da Google per la questione del diritto all'oblio. Il suo nome è Luciano Floridi, laureato a La Sapienza di Roma. Master in filosofia e PhD all'università di Warwick, è docente di filosofia ed etica dell'informazione presso l'Università di Oxford. Per sapere chi è bisogna consultare il «wikipedia inglese, che è affidabile, mentre quello italiano non è aggiornato».

Potrebbe "lamentarsene" direttamente con uno dei suoi colleghi in commissione, il co-fondatore di Wikipedia?
Perché no, appena lo vedrò gli dirò «Hei Jimmy (Wales, ndr) potresti....»

Partiamo dalla notizia, la discesa in campo di Google in prima persona per risolvere il problema del diritto all'oblio che andrà sempre valutato insieme al diritto pubblico all'informazione. Una questione assai complessa. Lei è uno dei primi cinque esperti chiamati a far parte della commissione incaricata di studiare il problema.
La cosa importante da capire subito è lo spazio del problema: non un interesse economico privato, che si contrappone a questioni di tipo legale o etico, ma il fatto che ci siano diversi diritti coinvolti e la necessità di evitare che uno prevarichi l'altro: da una parte c'è il diritto ragionevole di veder cancellato il proprio passato online, quando per esempio il richiedente ha pagato il proprio debito nei confronti della società, ha fatto una sciocchezza da giovane o in Rete c'è una sua foto stupida presa da qualche festa. Dall'altra c'è parte c'è il diritto all'informazione che può essere rilevante, per esempio, se un giovane non ha consegnato la propria tesi in tempo e si scopre che è andato a una festa e c'è di mezzo una borsa di studio. Altri esempi: il medico che ha avuto problemi sul lavoro o l'avvocato che ha avuto difficoltà nell'iscrizione all'albo. La difficoltà sta nello stabilire quando un'informazione è rilevante. Il concetto di rilevanza, da un punto di vista epistemologico, non è che aiuti molto. E poi gli strumenti per gestirlo sono approssimativi. Peraltro, a Google viene dato un ruolo di censore che non vorrebbe avere e, se le cose non cambieranno, il motore di ricerca deciderà caso per caso come gestire la richiesta d'oblio. Ed è singolare che il potere di gestire la questione sia dato alle aziende.

Ha letto la notizia della proposta tedesca di istituire dei cyber-tribunali?
Bene, il punto è proprio che nella materia di cui parliamo stiamo operando con strumenti del passato - giustamente, non è una critica - e quindi bisogna trovare forze da tutto il mondo che uniscano gli aspetti tecnologici, legali, politici per ottenere soluzioni innovative. Google ha avuto l'idea (in due settimane, ndr) di creare, costituendolo, un comitato per pensare radicalmente come questi diritti vadano bilanciati, per avere un futuro migliore per tutti. Con questa tipologia di diritti si tratta di partire dalle fondamenta ed ecco perché in commissione ci può stare anche un filosofo come me. In Google, peraltro, sono convinti che la filosofia sia qualcosa che possa contribuire al benessere della società.

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