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Questo articolo è stato pubblicato il 20 settembre 2010 alle ore 09:16.
Una presenza italiana al vertice dei master in Management. La classifica pubblicata stamani dal Financial Times posiziona al primo posto la Escp Europe, consorzio con sedi a Parigi, Londra, Berlino, Madrid e Torino. Per il mondo italiano della formazione è una rivincita, dopo una lunga sequenza di bocciature dalle classifiche internazionali sulla qualità dello studio.
La graduatoria, giunta alla quinta edizione, passa al setaccio i corsi post-laurea organizzati da tutti gli atenei del mondo, con l'esclusione degli Stati Uniti. Quindi attribuisce punteggi secondo 16 parametri, compilati in parte dagli ex-studenti e per il resto dalle scuole organizzatrici dei corsi pre-exeperience: si va dallo stipendio percepito alle possibilità di carriera, dal grado di apertura internazionale - percentuale di docenti e allievi esteri del master- all'incidenza di donne tra gli allievi, dalle partnership con multinazionali del territorio fino al giudizio espresso dai partecipanti sulla qualità dell'insegnamento ricevuto.
Escp Europe, terza nel ranking dello scorso anno, spicca soprattutto per il placement (il 97% di ex-allievi trova lavoro entro tre mesi dalla fine del master), sbocchi internazionali nella carriera e stipendio medio percepito (66.591 dollari). Alle sue spalle si piazza il Cems, che organizza programma in 17 paesi, quindi l'Hec di Parigi, l'Università San Gallo (Svizzera), la Em Business School di Lione e la Grenoble Business School di Business (appaiate al quinto posto). Tirando le somme, si tratta di un successo su larga scala del modello di studio adottato dalle scuole di business francesi. E nella capitale transalpina è stata fondata nel 1819 la stessa Escp Europe - che vanta il titolo di business school più antica al mondo - come Grande Ecole francese, per poi di svilupparsi come network internazionale.