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I corsi universitari per salire sul carro in corsa dell'economia cinese

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Questo articolo è stato pubblicato il 17 agosto 2010 alle ore 16:07.

Con le economie occidentali che arrancano e la disoccupazione che cresce, sono sempre di più coloro che guardano alla Cina come possibile sbocco lavorativo. Perché la crescita del Dragone, che ha da poco superato il Giappone diventando la seconda economia della Terra, non è un fatto estemporaneo, ma destinata a durare a lungo. Con le aziende occidentali che avranno sempre più bisogno di profondi conoscitori della lingua, dell'economia e della cultura locali per migliorare le relazioni commerciali con le aziende cinesi e per servire la crescente domanda di consumi che arriva da Pechino.

AAA cercasi insegnanti di cinese per le scuole italiane
Il primo passo per addomesticare il drago è conoscere la lingua. Lo scorso febbraio il ministro dell'Istruzione Gelmini ha inaugurato a Roma il primo liceo scientifico in cui si può scegliere l'opzione della lingua cinese e a settembre anche un liceo classico Virgilio di Mantova fornirà questa possibilità. I primi esperimenti sono comunque già stati attivati lo scorso anno in alcuni licei della Lombardia e del Veneto. Sempre a partire dal prossimo mese nei licei linguistici lombardi, secondo il cinese sarà una vera materia, con voto in pagella, in 57 classi distribuite in 18 istituti. Ma gli studenti iscritti potrebbero trovare la cattedra vuota. Mancano infatti gli insegnanti con i titoli richiesti che dovranno essere reclutati nel settore privato.

I corsi di laurea
La prima opportunità da valutare riguarda i corsi organizzati dagli atenei italiani e rivolti ad approfondire l'economia cinese. L'università Bocconi è stata tra le prime istituzioni italiane ad aprire un desk a Shanghai (nel 2004) e in questi anni ha sviluppato una serie di scambi e cooperazione tra i due paesi. L'ateneo milanese e la LUISS Guido Carli organizzano con la Fudan University di Shanghai la doppia laurea in International management, con la possibilità di trascorrere un anno accademico nell'ateneo asiatico, con la presenza di una faculty mista italo-cinese. Si tratta di un corso di laurea magistrale, impartito in lingua inglese, incentrato sulle tematiche che le aziende si trovano a dover gestire quando si aprono verso l'estero e operano nei mercati internazionali. Fudan è anche partner della Sda Bocconi nel Global executive Mba rivolto ai manager in Cina.

Nell'autunno del 2006 è nato il primo ateneo italo-cinese, che consente di ottenere un diploma di laurea valido in entrambi i paesi: il politecnico di Milano e il politecnico di Torino (per la parte italiana), e la Tongji University di Shanghai (per quella cinese) hanno istituito due corsi di laurea congiunti di primo livello, rispettivamente in ingegneria meccanica e della produzione (Mechanical & Production Engineering-Mpe) e in ingegneria dell'informazione (Information Technology Engineering -Ite). Al completamento di un percorso formativo di quattro anni, lo studente italiano conseguirà il corrispondente titolo di laurea di primo livello riconosciuto anche dall'ateneo cinese e viceversa.

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Guardiani delle invenzioni e manager dell'internazionalizzazione
La crescita impetuosa dell'industria cinese porta con sé nuove problematiche legate alla proprietà intellettuale. Questo ha spinto l'Istituto per il Commercio Estero a organizzare, con il supporto del Mip-Politecnico di Milano, Idea Cina coso post-laurea per "esperti in tutela della proprietà Intellettuale con specializzazione sul mercato cinese". L'obiettivo è formare giovani laureati per consentire loro uno sbocco presso imprese, studi legali e di consulenza, società di architettura e design per svolgere attività di valorizzazione e protezione della proprietà intellettuale. Dodici gli ammessi ogni anno per un corso gratuito rivolto ai laureati in giurisprudenza, economia, ingegneria, biotecnologie, chimica e tecnologia farmaceutiche e con un'età inferiore ai 32 anni. Il programma didattico parte con quattro mesi di formazione in aula a partire da febbraio, per proseguire con due mesi di stage nella penisola e tre settimane di studio e approfondimento presso un ateneo cinese, con la previsione di visite e incontri con esperti di studi legali, aziende e istituzioni. La conclusione prevede uno stage finale di due mesi nel gigante asiatico presso un ufficio dell'Ice, un'azienda italiana presente in loco o uno studio legale.

Uno o due anni - a seconda della scelta operata dai candidati – di didattica internazionale con la possibilità di scegliere due tra sei atenei di Italia, Francia, Messico Cina, Svezia e Russia. E' il Miex- master in International Management, al quale aderiscono per il nostro paese l'università di Bologna e per la Cina l'Università Ecust di Shanghai. Un corso somministrato in lingua inglese, rivolto in particolare a laureati in Agraria, Chimica, Economia, Lettere e Filosofia, Giurisprudenza, Ingegneria, Lingue e letterature straniere. Il profilo in uscita è un manager specializzato nel business internazionale, in grado di operare al servizio di aziende che vogliono espandere le proprie vendite o la rete di filiali al di là dei confini nazionali.
All'università di Napoli-L'Orientale è partito a giugno la terza edizione del master intitolato Global management: società e istituzioni della Cina contemporanea, che analizza la crescita economica della Cina nelle sue relazioni con gli aspetti sociali, politici e storici. Il corso, organizzato in collaborazione con gli atenei di Roma Tre e Ca' Foscari di Venezia, dura un anno, con lezioni dal giovedì pomeriggio al sabato mattina.

Specializzazione oltreconfine
Un'altra opportunità è fornita dalle scuole di formazione specialistica che organizzano corsi direttamente in Asia. Come l'Insead, la quinta migliore business school al mondo secondo l'ultima graduatoria stilata dal Financial Times, che ha una sede a Parigi e una a Singapore. La francese L'Icd-International School organizza un programma Franco-Chinois che viene svolto in parte in Cina, grazie a un accordo con l'ateneo Fudan di Shanghai.
Oppure si può provare a entrare in uno dei corsi organizzati direttamente dagli atenei cinesi. Il governo locale da tempo è impegnato per realizzare un'offerta di eccellenza e passare così da paese esportatore a importatore di cervelli. Gli atenei più importanti, e con una visione internazionale, sono Peking e Tsinghua, a meno che non si voglia puntare sulla vicina Università di Hong Kong, stabilmente presente nelle classifiche internazionali relative ai migliori atenei del mondo.

Programmi internazionali per i professionisti
Metp, con l'acronimo che sta per "The EU-China Manager Exchange and Training programme" è un progetto di scambio e formazione per dirigenti messo a punto da Unione Europea e Cina, che consente a 56 cittadini comunitari di trascorrere dieci mesi nel gigante asiatico tra lezioni intensive di lingua, corsi di business tagliati sulla cultura manageriale e imprenditoriale di Pechino. La selezione avviene attraverso lo screening dei curricula, accompagnati da lettere motivazionali. Il tutto potendo contare su una borsa di studio che copre tasse di iscrizione, vitto e alloggio. A maggio è partita la quinta edizione, con la presenza di sette italiani.

Dentro i segreti del successo cinese
Non mancano corsi brevi per approfondire i segreti del successo cinese. L'Università di Torino organizza ogni anno la "TOChina summer school" (www.to-asia.it/china), una full immersion di una settimana in lingua inglese utile per conoscere le caratteristiche che hanno consentito al paese asiatico di diventare l'economia più dinamica al mondo. Un'occasione di formazione utile a chi fa o intende fare business con operatori del paese, oltre che per semplici appassionati o curiosi di conoscere il fenomeno più rilevante nello scacchiere internazionale degli ultimi 20 anni. L'Università Liuc di Castellanza, infine, ha da poco concluso l'edizione 2010 della summer school China: How to do business with the chinese dragon, organizzato a Shanghai con un calendario che ha visto alternarsi lezioni teoriche e visite alle aziende.

ll professor Prodi insegna a Shanghai
Abbandonata la carriera politica e ripresa quella accademica Romano Prodi dal marzo scorso insegna alla prestigiosa China Europe International Business School (Ceibs) , prima business school della Cina e ottava nel mondo. L'ex presidente del consiglio e presidente della Commissione europea è molto noto in Cina non solo per i contatti governativi stretti in passato ma anche perché é un commentatore abituale nei programmi della Cctv 2, una delle più importanti stazioni televisive del paese.

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