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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2011 alle ore 09:20.

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Le forze di Gheddafi entrano a Ras Lanuf (Ap Photo)Le forze di Gheddafi entrano a Ras Lanuf (Ap Photo)

Il cerchio attorno al leader libico Muammar Gheddafi «si sta stringendo» e il Colonnello «se ne deve andare». Lo ha ribadito il Barack Obama durante una conferenza stampa alla Casa Bianca. Il presidente americano ha ricordato che gli Stati Uniti stanno «valutando tutte le opzioni disponibili, compresa l'imposizione di una no-fly zone, sulla quale sono in corso discussioni con i paesi arabi e africani». Gli Stati Uniti non escludono nessuna opzione, al di là delle decisioni che sono già state prese, come l'embargo sulle armi. Obama ha sottolineato di avere costanti colloqui con il segretario alla Difesa Robert Gates, perché l'eventuale invio dell'esercito «in zone potenzialmente pericolose comporta rischi e conseguenze, anche da un punto di visto politico». Per Obama, inoltre, «è opportuno designare» un inviato in Libia per aiutare l'opposizione, data la preoccupante capacità di Muammar Gheddafi di restare aggrappato al potere.

I Ventisette frenano sull'opzione militare
Diplomazia al lavoro per giungere con una posizione comune di Unione europea e Stati Uniti al vertice della Nato del 15 marzo. Il Consiglio europeo intima a Gheddafi di abbandonare subito il potere. La Francia si è esposta sulla linea dell'intervento militare (con il presidente francese, Nicolas Sarkozy, che ha incontrato rappresentanti delle forze libiche anti Gheddafi), l'Italia e la Germania frenano su questa opzione, ma tutta l'Unione sembra compatta nel ritenere che il Colonnello non è più un interlocutore ufficiale per quanto riguarda l'Europa. Lo conferma da Bruxelles lo stesso presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, il quale crede però che Gheddafi resterà al potere fino alla fine «dal momento in cui qualcuno ha avanzato la proposta di sottoporlo al tribunale internazionale».

La Ue apre ufficialmente ai ribelli
Netta l'apertura dei 27 al consiglio di transizione libica
: «Abbiamo dichiarato di essere aperti ad una interlocuzione con questo consiglio». Berlusconi riferisce anche che il consiglio straordinario della Ue non ha esaminato l'eventualità che si possano effettuare bombardamenti mirati in Libia, posizione confermata anche dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, secondo la quale un intervento militare dovrebbe avere «una base giuridica», seguire una decisione del Consiglio di sicurezza dell'Onu e avere il sostegno di organizzazioni come la Lega araba. «Se saranno soddisfatte tutte le condizioni, si potrà prendere in considerazione», ha concluso la leader tedesca.

La prossima settimana missione Onu in Libia
Da parte sua il premier inglese David Cameron ha invitato la Ue a imporre sanzioni petrolifere nei confronti della Libia, mentre tutta l'Unione europa ha chiesto un vertice straordinario con la Lega Araba e l'Unione africana per cercare di risolvere la crisi libica. Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki Moon, ha poi informato che una missione delle Nazioni Unite sarà in Libia all'inizio della prossima settimana.

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