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Questo articolo è stato pubblicato il 18 marzo 2011 alle ore 14:49.

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Obama: Stati Uniti pronti ad agire in Libia. Frattini: possibili nostri aerei su siti militari. Nella foto aerei militari statunitensi pronti nella base Nato italiana di Sigonella (AP Photo)Obama: Stati Uniti pronti ad agire in Libia. Frattini: possibili nostri aerei su siti militari. Nella foto aerei militari statunitensi pronti nella base Nato italiana di Sigonella (AP Photo)

Ma a cambiare davvero il quadro è l'autorizzazione all'uso della forza dato dall'Onu contro il regime di Tripoli per proteggere i civili dai crimini contro l'umanità commessi dal colonnello libico. La risoluzione esclude esplicitamente operazioni di terra, però lascia ampi spazi interpretativi ai militari. Fonti Nato lasciano intendere che la no fly zone potrebbe ad esempio comprendere anche bombardamenti non solo sulle postazioni di contraerea, sui radar e sugli aeroporti ma anche sulle basi militari libiche. Ed il controllo rinforzato dell'embargo potrebbe persino permettere di colpire i convogli sospettati di introdurre armi nel paese dalla frontiera sud. Parigi e Londra hanno già cominciato a schierare i loro cacciabombardieri. Con loro si sono immediatamente messi a disposizione Norvegia, Olanda, Danimarca, ma anche Qatar, Emirati Arabi Uniti e forse Giordania. Gli Stati Uniti sono militarmente pronti per definizione.

L'Italia mette a disposizione le basi
L'Italia ha chiuso l'ambasciata di Tripoli, poi con Frattini ha promesso che «metterà a disposizione basi e non solo» e sarà «fedele sia alla Nato sia alla Ue». Il ministro della Difesa La Russa ha ipotizzato anche la possibile partecipazione al fianco della coalizione, la cui reazione militare sarà probabilmente più rapida, «se necessario», di quella della Nato. Il segretario generale Anders Fogh Rasmussen, che ieri via Facebook e Twitter aveva sottolineato l'importanza del fattore tempo, oggi ha osservato che la risoluzione Onu completa il puzzle delle tre condizioni necessarie per un'azione dell'Alleanza Atlantica: «C'è un bisogno urgente, il fermo supporto della regione e un chiaro mandato Onu per una azione internazionale necessaria». Lo ha detto al temine della riunione di stamattina del Consiglio Atlantico. La prima di una serie di meeting che nel fine settimana dovranno accompagnare il processo di pianificazione. Processo che «è stato accelerato» nonostante la contrarietà della Francia e le cautele di Germania e Turchia, ancora scettiche sulle opzioni militari. Non si è parlato di azione, oggi. Ma entro domenica i piani dei militari, secondo fonti Nato, dovrebbero essere pronti. Intanto la Francia ha già cominciato a muovere i suoi Mirage e Rafale, che potrebbero attaccare da una base in Corsica. E la Gran Bretagna ha trasferito i suoi Typhoon e Tornado nel Mediterraneo. Pronti a fermare Gheddafi se il cessate il fuoco risulterà essere il suo ultimo bluff.

Stato di allerta per i militari italiani
Resta lo stato di allerta e si è in attesa di disposizioni dallo stato Maggiore della Difesa al 36/mo stormo dell'Aeronautica militare italiana che ha sede all'aeroporto Ramirez a Gioia del Colle (Bari), dove sono di stanza i caccia Eurofighter. Lo stato di allerta era stato attivato già da alcune settimane, in base agli sviluppi della situazione in Libia.


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