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Questo articolo è stato pubblicato il 19 marzo 2011 alle ore 21:08.
«Con i bombardamenti verranno qui milioni di immigrati. Scappano tutti e vengono qui». Lo afferma Umberto Bossi sulla situazione in Libia. «Berlusconi non l'ho ancora sentito, non so come l'hanno accolto a Parigi: il Consiglio dei ministri aveva però rallentato l'appoggio con una posizione cauta di non partecipazione diretta. Poi ci sono ministri che credono di essere più del premier e parlano a vanvera». Così Umberto Bossi ha parlato della posizione italiana nella crisi libica durante un convegno organizzato dal Carroccio nel Comasco.
Poi Umberto Bossi ha rivolto un duro attacco a Francia e Stati Uniti, in prima linea a favore di un coinvolgimento internazionale in Libia. «Il mondo è pieno di famosi democratici, li conosciamo, che sono abilissimi a fare i loro interessi». Ha sostenuto il leader leghista. «Noi - ha obiettato - siamo invece abilissimi a prenderlo in quel posto». «I famosi democratici, da Napoleone in poi li conosciamo», ha insistito il senatur. «Se io dovessi fare un accordo - ha spiegato - non lo farei con i francesi o con gli americani ma con un popolo amico come gli svizzeri, che parlano la nostra lingua». A suo giudizio, infatti, per l'Italia è troppo rischioso fare accordi «con Paesi troppo potenti».
Umberto Bossi ha infine evocato il rischio di infiltrazioni terroristiche in Italia come conseguenza della situazione in Libia. «Io spero che alla fine si trovi un equilibrio per mettere pace in nord Africa anche perchè a pagare siamo solo noi come in Afghanistan: siamo lì a fare la guerra con tanti uomini... Poi ci arriva Al-Qaida a casa nostra», ha sostenuto il leader leghista.
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