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Questo articolo è stato pubblicato il 14 aprile 2011 alle ore 17:31.
Avellinese, classe 1948, segretario generale del Coni, dal 1994 è capo missione della squadra olimpica italiana ai Giochi Olimpici. Raffaele Pagnozzi di storie a cinque cerchi ne ha vissute tante, e tante si appresta a viverle anche sulla strada che porta lo sport italiano verso Londra 2012. Dalla sua voce inizia quindi il viaggio de IlSole24Ore.com all'interno dello sport azzurro, a 500 giorni dal via dell'Olimpiade londinese. Per capire prospettive, obiettivi, investimenti, speranze dello sport tricolore in vista di una nuova, esaltante, avventura olimpica.
Segretario Generale, la delegazione dello sport italiano ha recentemente visitato Londra in missione ufficiale in vista dei giochi del prossimo anno: che impressione ne ha ricavato? la città è pronta? Gli impianti?
"Una buona impressione, merito di un'organizzazione che ha già ultimato alcuni impianti, come il Velodromo e lo Stadio Olimpico, producendo un grande sforzo legato alla legacy. Il bilancio, a 500 giorni dai Giochi Olimpici, è certamente positivo. Paragonando lo stesso periodo, Londra è anche più avanti di Pechino. Ci sono alcune criticità, alcune relative a problemi di sicurezza, altre dovute ai campi di allenamento distanti dal Villaggio Olimpico anche 20-25 minuti, oppure sempre nel Villaggio, alla zona-riscaldamento per l'atletica, con mezzo chilometro da percorrere prima di entrare allo stadio. Sono convinto però che Sebastian Coe, preparato e disponibile, troverà una soluzione. All'Excel, infine, ci sarà un unico campo di riscaldamento".
Pechino stupì con il suo gigantismo e la sua efficienza. Quelli londinesi saranno Giochi all'insegna dell'ottimizzazione delle risorse e delle infrastrutture: scelta inevitabile, visti i venti di crisi, o inversione di tendenza in atto?
"Si parla di realtà diverse, di circostanze particolari e di momenti. Pechino aveva necessità di presentarsi al mondo in modo perfetto, imponente. Londra ha una sua realtà, apprezzata a livello mondiale, globalizzata. Poi l'impiantistica sarà comunque all'altezza della situazione, almeno in base alle premesse. Non è detto che budget diversi, imposti magari anche dalla contingenza del momento, producano spettacoli tanto diversi. L'efficienza, ad esempio, non è detto non si commisuri alle disponibilità economiche. Comunque, a livello internazionale si avverte, dal CIO in giù, un approccio differente, meno avulso dalla compatibilità e dalla sostenibilità economica mondiale".
Nuovi Paesi emergenti, nuove economie che si affacciano sul palcoscenico dello sport mondiale: in questo scenario, che Olimpiade sarà, o si aspetta, dalla spedizione azzurra?
"Andare a medaglie è sempre più difficile perché è aumentata la competitività internazionale. A Londra sono 15 le discipline che possono andare a podio, soprattutto grazie all'apporto delle donne, destinate a superare gli uomini, ma è giusto dire che è sempre più difficile conquistare medaglie. A Pechino l'Europa è scesa sotto il 50% e c'e' stata una crescita del 30 per cento di nuovi paesi a medaglia. Ma nonostante lo strapotere della Cina, l'Italia mantiene una posizione di rilievo nel panorama internazionale. Siamo fiduciosi anche in virtù di una strategia tesa a favorire il ricambio generazionale, indispensabile ipoteca sul futuro. Una strategia che poggia su tre pilastri: tecnico, scientifico e organizzativo".
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