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Questo articolo è stato pubblicato il 14 aprile 2011 alle ore 17:31.

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Intervista Segretario Generale Pagnozzi (Ansa)Intervista Segretario Generale Pagnozzi (Ansa)

Emergere in uno scenario sempre più competitivo, inevitabilmente, costa di più. Su quali fondi può contare lo sport italiano e il Coni in vista di Londra 2012? Quanto ci costerà ogni medaglia vinta? Quanto renderà, in termini simbolici e d'immagine, soprattutto per le discipline cosiddette minori?

"Questi sono aspetti che saranno valutati e affrontati nel prossimo anno. Non sono state ancora state prese decisioni a riguardo, anche in funzione del finanziamento, che non è automatico. Il ritorno d'immagine legato alla vittoria di medaglie, invece, è sempre importante, per ogni disciplina. Crea entusiasmo e traina il movimento, creando i presupposti per incentivare l'attività sportiva tutta e non solo agonistica".

A Pechino ci fu chi, medaglia olimpica ancora fresca al collo, si lamentò per la tassazione dei premi olimpici. Problema che rischia di riproporsi o avete messo a punto già delle soluzioni?

"Il problema della tassazione non è di nostra competenza, come specificammo anche durante i Giochi Olimpici di Pechino 2008. Vennero intraprese delle iniziative, chiamate a defiscalizzare i premi economici derivanti dalla vittoria di medaglie durante le Olimpiadi, perché in quel caso l'atleta diventa ambasciatore dell'Italia, simbolo destinato a diffondere l'immagine positiva del Paese. Il discorso è chiaramente demandato al Parlamento, noi, come sempre, potremmo discutere solamente delle cifre da destinare ai vincitori di medaglie"

Andremo senza l'Under21 di calcio, che ha mancato la qualificazione. E qualcuno, nella nostra serie A, ha tirato un sospiro di sollievo: matrimonio fallito, quello tra football e cinque cerchi, almeno in Italia?

"Siamo molto amareggiati dalla mancata qualificazione della squadra di calcio. Era dal 1980 che guadagnavamo il pass per i Giochi. A Pechino abbiamo portato una formazione molto competitiva ma il campo non ci ha dato ragione. Ad Atene però vincemmo il bronzo e siamo la selezione che ha disputato più edizioni dei Giochi Olimpici, ben 15, davanti agli Stati Uniti: credo sia sufficiente questo dato per capire che nessuno ha mai sottovalutato questo impegno in Italia a livello calcistico".

Scherma, pugilato, nuoto, potrebbero essere le discipline cui attingere per rimpinguare il nostro medagliere. E poi? Quali sorprese? Visto che negli sport di vertice la concorrenza aumenta, bisognerà cercare il podio in discipline molto settoriali, specialistiche...

"Non facciamo distinzioni, sappiamo che, per potenzialità e ambizioni, ci sono almeno 15 discipline che possono andare a podio. La scherma è da sempre una fucina di talenti e di medaglie. A Pechino anche altre discipline ci hanno regalato soddisfazioni e non stiamo lasciando nulla al caso per raccogliere successi: le medaglie vanno programmate e noi, oltre all'aspetto tecnico, stiamo lavorando attraverso un percorso scientifico e organizzativo".

L'olimpiade londinese sarà anche il banco di prova definitivo per la collaborazione tecnologica tra Coni e Ferrari, avviata alla vigilia di Pechino 2008. Può ricordarci di quale impegno economico si tratta? E quali gli sport coinvolti in vista di Londra?

"Si tratta di un accordo che intende fornire nuove soluzioni relative ad aerodinamica, materiali e veicoli a diverse discipline. Nel caso di Londra possiamo parlare di potenziali opzioni innovative per ciclismo, canoa, canottaggio e vela, tanto per fare degli esempi. E' un progetto di durata triennale che prevede un investimento di circa 2 milioni e la collaborazione tra Maranello e i nostri esperti dell'Istituto di Medicina e Scienza dello Sport. Siamo fiduciosi, abbiamo visto quanto la tecnologia e l'uso di certi materiali diventi decisivo in un contesto agonistico sempre più selettivo, dove la differenza la fanno i centesimi di secondo".

Quali saranno i protagonisti di Londra 2012, in assoluto e per la spedizione azzurra?
"La nostra spedizione sarà numerosa, probabilmente sulla falsariga di quella di Pechino, con circa 340 atleti, quindi è difficile oggi individuare i possibili protagonisti, anche perché spero ce ne siano molti. Sicuramente mi aspetto grandi cose dai campioni storici e dai plurimedagliati, saranno loro l'esempio per i nuovi talenti e per chi si presenta per la prima volta sulla scena. Per il resto, anche sul fronte generale, aspetterei le qualificazioni olimpiche. E' presto per fare previsioni".

Londra 2012 sarà anche un ulteriore passo d'avvicinamento verso Roma2020. I risultati sportivi potranno in qualche modo agevolare e/o condizionare la corsa olimpica di Roma?

"Un risultato di prestigio è sempre un elemento di distinzione, ma la corsa per l'assegnazione dei Giochi Olimpici Estivi del 2020 si gioca su altri fronti. La compattezza del progetto è notevole e importante, i Giochi di Londra si svolgeranno al centro della città e per questo rappresentano un modello da seguire. Già Barcellona aveva aperto la strada in questo senso, Londra farà ancora di più per lasciare alla città un'eredità concreta dopo la fine dei Giochi, in termine di sport, strutture, verde, ed è quello che dovremmo fare anche noi. I Giochi non possono più essere fini a se stessi, devono essere un progetto a lungo termine, che lascia tracce definitive e utili a tutti nella città organizzatrice e all'intero Paese. In questo senso mi pare positivo l'inizio del lavoro del Comitato Promotore Roma 2020 con Pescante alla guida".

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