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Questo articolo è stato pubblicato il 03 luglio 2011 alle ore 20:10.
L'ultima modifica è del 03 luglio 2011 alle ore 14:17.

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Almeno 188 feriti tra le forze dell'ordine, cinque fra i manifestanti e un operaio. Questo il bilancio ufficiale degli scontri che si sono registrati ieri in Val di Susa, intorno ai cantieri della Tav, assediati a lungo dai dimostranti. Chiusa tutto il giorno per motivi di sicurezza l'autostrada A32 nel tratto Bardonecchia-Avigliana ovest, con enormi disagi per la circolazione; bloccate anche tutte le strade della zona. Si è purtroppo trasformata in una vera guerriglia, con violenti scontri tra Black bloc e forze dell'ordine, la manifestazione di protesta indetta dal movimento dei No Tav contro la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione. Frange di No Tav hanno raggiunto da più lati il cantiere della Maddalena obbligando le forze dell'ordine, che hanno messo in sicurezza gli operai, a disporre l'interruzione dei lavori per evitare il peggioramento della situazione; per respingere le centinaia di manifestanti sono stati utilizzati idranti e sparati numerosi lacrimogeni. Solo in serata la situazione è tornata relativament tranquilla, con molti manifestanti che sono andati via. E per domani è stata annunciata la riapertura del cantiere.

I cortei
Erano partiti intorno alle 10 i due cortei di protesta contro la Tav in Val di Susa, per giungere attraverso i sentieri nei boschi nella zona recintata del cantiere, a Chiomonte, dove lunedì scorso sono iniziati i lavori preliminari per il cunicolo della Maddalena, dopo lo sgombero del presidio anti-Tav. Dalle prime ore di stamattina sono affluite centinaia di persone, con numerosi i pullmann, nei due pounti di ritrovo: Giaglione, vicino Susa, ed Exiles, ai piedi del forte. Da registrare il solito balletto delle cifre: seimila i manifestanti secondo la questura, mentre gli organizzatori parlano di 50mila persone. In testa ai cortei anche bambini che con palloncini colorati che reggono striscioni; in uno di questi lo slogan "Giù le mani dalla Val di Susa" e sotto la foto di Falcone e Borsellino.

Gli scontri
La manifestazione si è svolta in modo tranquillo e pacifico fino a quando i due corteni hanno raggiunto il cantiere. Qui sono iniziai gli scontri, attorno alla recinzione e ei boschi circostanti. Una parte di uno dei due cortei si è arrampicata su montagna e ha cercato di scendere dal bosco al cantiere: sono partiti i primi fumogeni delle forze dell'ordine per disperdere i manifestanti, molti a volto coperto. Lanciati anche in aria dei bengala dalla polizia per segnalare il punto di richiesta di rinforzi. Intanto il corteo in partenza da Giaglione ha rioccupato la baita No Tav. Attorno al cantiere, in mezzo al fumo dei lacrimogeni, sono stati notati dei fuochi artificiali, segnale che i No Tav hanno preso delle parti del sito.

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