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Questo articolo è stato pubblicato il 03 luglio 2011 alle ore 20:10.
L'ultima modifica è del 03 luglio 2011 alle ore 14:17.

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Black block in campo
La polizia è stata presa di mira non solo con pietre, petardi, bombe carta, ma anche con bottiglie piene di ammoniaca. Gli agenti parlano di «impostazione paramilitare da parte dell'ala oltranzista del movimento No Tav». A dare man forte all'ala più radicale del movimento, sono venuti, sempre secondo la Questura, oltre a manifestanti da tutta Italia e anche dall'estero, anche gruppi di «black block che stanno dando sfogo alla più inaudita violenza focalizzata contro le Forze di Polizia». I manifestanti hanno aperto un varco nella rete metallica a protezione del cantiere della Tav alla Maddalena ma sono stati respinti dalla polizia. Dal corteo hanno continuato a premere contro i cordoni degli agenti che però sono riusciti - con successive cariche - a contenere gli aggressori. Sono state lanciate anche bombe carta mentre nei boschi circostanti si stanno sviluppando dei piccoli incendi.

I due fronti
Dopo alcune ore gli amministratori locali sono riusciti a convincere la gente della valle a salire e ad allontanarsi dal cantiere: sono scesi giù Sandro Plano, presidente della Comunità montana della valle, e altri sindaci e la gente è risalita risalita in massa verso il paese di Chiomonte. Più in basso sono continuati gli scontri, a questo punto condotti da gente che non c'entra nulla con la valle. Due i teatri di scontro: la centrale idrica e attorno al cantiere. I reparti della polizia sono usciti in forze dalla centrale elettrica, coperti da un lancio copioso di lacrimogeni, per fronteggiare circa duecento persone con viso coperto che lanciavano di tutto.

Cinque arresti fra i manifestanti
Nel complesso sono 3.500 gli uomini delle forze dell'ordine schierati oggi sul campo. Fino ad ora di ha notizia di cinque persone arrestate durante gli scontri: secondo la Questura, tre provengono da Modena, sono anarco-insurrezionalisti, pluripregiudicati per reati specifici; uno è di Padova e un altro di Bologna, antagonisti con precedenti specifici. Sul posto ci sarebbero «circa 2mila aderenti a centri sociali, circa 800 dei quali appartengono all'antagonismo radicale e resistente, che rappresenta l'ala più dura di questo coagulo a livello europeo di professionisti della protesta, mentre circa 300 provengono dall'estero (Francia, Spagna, Austria e Germania)». Gli arrestati hanno circa 30 anni. Tutti - sottolinea la Questura - sono stati curati dai medici della polizia di Stato e dal personale del 118. Uno degli arrestati, a seguito dei traumi riscontrati (sospetta frattura del naso, contusioni al torace e al capo), è stato trasportato in elicottero presso un ospedale cittadino; non è comunque in gravi condizioni.

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