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Questo articolo è stato pubblicato il 29 maggio 2011 alle ore 14:52.

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Quando parliamo di Tav Torino-Lione, spiega al Sole 24 Ore il presidente dell'Osservatorio Mario Virano (confermato dal Governo commissario straordinario fino al 2013), ci sono almeno tre ricadute significative: sul piano locale, Virano stima la creazione di oltre 3mila posti di lavoro diretti nel periodo di apertura dei cantieri (dicembre 2013-2023). Sul piano internazionale, i territori italiani di Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta e quelli francesi del Rhône-Alpes e di Provence Alpes Côte d'Azur (Paca), che già oggi esprimono un potenziale economico superiore all'Olanda, grazie alla Tav completeranno il processo di integrazione: «Già adesso – dice Virano – l'euroregione AlpMed, che comprende Costa azzurra e Alpi, è la prima area turistica a livello mondiale». Mentre Virano parla però i No Tav però continuano da giorni a presidiare l'area di cantiere a Chiomonte, che dovrebbe essere recintata entro il 31 maggio.
Sul piano delle relazioni con i mercati dell'Est, la Tav Torino-Lione è in realtà solo un segmento, importantissimo, di un'infrastruttura assai più ampia e complessa: il Corridoio 5 Lisbona-Kiev, immaginata dalla Ue per mettere in relazione i ricchi mercati dell'occidente europeo con le aree emergenti dell'Est. Senza la Tav Torino-Lione, tuttavia, il Corridoio 5, non potrà trovare compimento.
Secondo Virano ancora si fatica a comprendere i benefici economici di questa infrastruttura. «Prendiamo il caso – spiega Virano – dei futuri cantieri della Tav: non sono previsti campi base, gli operai non vivranno nei container e non consumeranno i pasti nelle mense dei campi. Tutti i lavoratori saranno ospitati nelle strutture ricettive e alberghiere delle zone interessate ai lavori, con ricadute importanti».

Poi ci sono i benefici sul sistema dei trasporti e delle spedizioni, che vede l'Italia particolarmente penalizzata rispetto ai principali concorrenti internazionali. Il progetto Tav comprende l'ammodernamento e il potenziamento della piattaforma logistica di Orbassano, alle porte di Torino. Orbassano, con Novara e Alessandria, è il cuore del sistema logistico del Nord-Ovest e dovrà consentire alle merci italiane di raggiungere con maggiore rapidità (e a costi più competitivi) i mercati di sbocco che si trovano al di là delle Alpi.
Ma sarà soprattutto la macroregione italo-francese AlpMed (divisa dalle Alpi) a trarre beneficio da questa infrastruttura, che ne costituirà il vero e proprio asse portante. «Quest'area – rimarca Virano – è popolata da 17 milioni di persone, conta su 1,5 milioni di imprese, esprime un Pil di 500 miliardi l'anno, assimilabile a quello di nazioni come Paesi Bassi o Turchia». Si tratta di un territorio che possiede una straordinaria varietà di eccellenze nel campo industriale, in quello agroalimentare, nei servizi, nel sistema bancario e nella ricettività turistica. «Non è immaginabile – continua Virano – che un'area di questo livello resti appesa, per quanto riguarda i collegamenti ferroviari, alla galleria di Cavour, cioè al tunnel del Frejus che risale al 1871.

Quest'area ha bisogno di una dorsale di collegamento che dia una spinta decisiva ai traffici di merci e persone e la renda ancora più attraente e dinamica. La Tav avrà questo obiettivo».
L'altra sfida che l'Italia deve vincere – dice Virano – è arrivare all'appuntamento del 2023, quando la nuova linea ad Alta velocità entrerà in funzione, con un mercato pronto a sfruttare l'infrastruttura. «A settembre – conclude Virano – tornerà operativo il tunnel del Frejus con il piano del ferro abbassato per consentire il transito dei container sui carri merce (in precedenza i container non entravano in galleria, ndr). I lavori di adeguamento della galleria si sono protratti per cinque anni, durante i quali il transito tra Italia e Francia è avvenuto a senso unico alternato su un solo binario». L'obiettivo, in vista del 2023, è il rilancio complessivo del corridoio multimodale Torino-Lione, sfruttando il Frejus potenziato.

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