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Questo articolo è stato pubblicato il 08 novembre 2011 alle ore 21:30.
L'ultima modifica è del 08 novembre 2011 alle ore 10:57.

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di Chiara Beghelli e Nicoletta Cottone
Il premier si dimetterà dopo l'ok alla legge di stabilità. Lo ha reso noto il Quirinale dove Berlusconi è salito per un confronto con il capo dello Stato. Secondo la tabella di marcia il ddl di stabilità dovrebbe essere in aula al Senato il 15 novembre e ricevere il via libera, con fiducia, il giorno successivo. La Camera nel pomeriggio ha approvato il Rendiconto, ma il Governo non ha più la maggioranza. Il pallottoliere dell'aula di Montecitorio si è fermato a 308 voti. Solo un deputato si è astenuto (Stradella del Pdl), mentre l'opposizione non ha partecipato al voto.

Otto i "traditori" nelle file della maggioranza non si sono presentati all'appello, che il premier registra in un bigliettino immortalato da un fotografo. Il premier, dunque, ha dovuto fare i conti con alcune annunciate defezioni nelle file del suo partito e con la richiesta giunta da Bossi di fare un passo "laterale". Il Senatur ha chiesto, infatti, a Berlusconi di aprire a una nuova premiership candidando il segretario del Pdl, Angelino Alfano. Ma il Cavaliere sembra ancora non voler capitolare e cedere il premierato. Si andrà avanti fra annunci di dimissioni e smentite fino allo scoglio che potrebbe essere rappresentato da una mozione di sfiducia delle opposizioni? Ecco minuto dopo minuto gli avvenimenti della giornata.

21:31. Di Pietro: preoccupa epilogo annunciato da Berlusconi
«L'epilogo annunciato da Berlusconi, dopo il colloquio con Napolitano, preoccupa e non poco. Egli sostiene che prima di dimettersi vuole farsi approvare la legge di stabilità, contenente quelle misure da macelleria sociale che abbiamo sempre contestato, e lo vuol fare in pratica da dimissionario, quindi con le mani libere». Lo ha denunciato il presidente dell`Italia dei Valori, Antonio Di Pietro.

«Non basta affermare che il patto di stabilità deve essere approvato - ha aggiunto - ma bisogna verificare chi pagherà la quadratura dei conti. Con quest'atto il governo Berlusconi farebbe un altro sfregio nei confronti di quella parte dei cittadini costretta nuovamente a subire sulla propria pelle delle misure inique e dannose. Ecco perché prima di gioire sul via libera al patto di stabilità, occorre stare attenti, anzi, bisogna essere preoccupati».

«E siamo preoccupati ancor di più - aggiunge l'ex pm - per il suo annuncio di dimissioni. Di fatto, Berlusconi diede già l'annuncio un anno fa, a novembre, quando si doveva andare al voto ma, con la scusa della legge finanziaria, ottenne oltre un mese di tempo, che utilizzò per mettere in atto l'ormai famoso "mercato delle vacche" in Parlamento, al fine di avere la maggioranza. Oggi, con l'annuncio delle dimissioni, ma senza darle, si toglie lo sfizio di approvare quelle stesse misure per le quali era stato sfiduciato. Inoltre, con questa mossa, prende un altro mese di tempo per tentare di comprare qualche personaggio in cerca d'autore, provando così a recuperare quella maggioranza che, anche oggi, ha dimostrato di non avere».

21.25. Bersani: resta la proposta di un governo di transizione
«Resta la proposta del governo di transizione ma dobbiamo superare questa fase». Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, risponde così sull'ipotesi che si formi un altro esecutivo nel caso in cui Berlusconi formalizzasse le dimissioni ma precisa che non potrebbe essere guidato da un altro esponente di questo governo: «Con Alfano o Letta non sarebbe transizione ma continuità».

«Berlusconi non è scomparso, si è dimesso ma la destra in Italia è ancora lì e mentre guardo con soddisfazione alla collaborazione delle opposizioni - ha aggiunto Bersani - non dimentico che c'è il giorno dopo, l'Italia e i suoi problemi, una destra aggressiva e inconcludente. Nella coscienza del paese l'era Berlusconi è finita da tempo, non so nella sua».


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TAG: Debito pubblico, Legislazione, Silvio Berlusconi, Antonio Gaglione, Il Cavaliere, Italo Tanoni, Ufficio Stampa, Giuliano Ferrara, Partito Repubblicano Italiano, Sudtiroler Volkspartei, Siegfried Brugger, Francesco Nucara, Pierluigi Bersani, Massimo D'Alema, Daniela Melchiorre, Giorgio Napolitano, Giustina Destro, La Sette, Laura Ravetto, Emma Bonino, Italia, Maurizio Turco, Capo del Governo, Marco Pannella, Roberto Calderoli, Gennaro Malgieri, Luca D'Alessandro, Nouriel Roubini, Paolo Bonaiuti, Versace, Gr Rai, Antonio Buonfiglio, Calogero Mannino, Umberto Bossi, Ignazio La Russa, Giorgio La Malfa, Guido Crosetto, Roma, Gianfranco Rotondi, Presidente del Consiglio, Benedetto Della Vedova, Nicoletta Cottone La Camera, Comitato Esecutivo, Giulio Tremonti, Ministero dell'Interno, Daniele Capezzone, Francesco Rutelli, Camera dei deputati, Osvaldo Napoli, Senato, Pd, Roberto Maroni, Gianfranco Mascia, Partito Radicale, Dario Franceschini, Ecofin, Pier Luigi Bersani, Carmelo Briguglio, Idv, Udc, Lega, Pietro Franzoso, Bossi-Tremonti-Maroni, Chiara Beghelli Berlusconi, Luigi Zanda, Luciano Sardelli, Nicoletta Cottone Il, Nicoletta Cottone Berlusconi, Gennaro Malgeri, Pier Ferdinando Casini, Alfano Siccome, Bersani I Radicali, Isabella Bertolini, Radio24, Angelino Alfano, Gianni Letta, Roberto Antonione, Francesco Stagno D'Alcontres, Franco Stradella, Giancarlo Pittelli, Fabio Gava, Montecitorio, Anna Finocchiaro, Rita Bernardini, Cdl, RAI, Altero Matteoli, Giorgio Stracquadanio, Niccolò Ghedini, Alfredo Mantovano, PDL, Bersani I Radicali, Svp, Siparietto Bossi

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