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Questo articolo è stato pubblicato il 06 marzo 2012 alle ore 06:38.

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Claudio Malagoli
Speriamo che il nostro Manifesto serva anche a far capire che le priorità possono cambiare.
Sostegno napoletano
Da lettore, da editore e da presidente del Comitato strategico per la cultura di Unione Industriali di Napoli sottoscrivo il Manifesto per la Costituente della Cultura.
Diego Guida
Guida Editori srl
Anche i cinesi lo fanno
Anche i cinesi, dopo anni di crescita esclusivamente industriale, hanno oggi deciso di puntare sulla crescita culturale della popolazione. All'inizio dell'anno il governo cinese ha lanciato una grande riforma culturale per renderla un «un nuovo settore pilastro» dell'economia cinese, destinato a più che raddoppiare il contributo alle industrie culturali entro il 2016 con la creazione di oltre 1000 musei.
Patrizia Asproni
Presidente ConfCultura
I cinesi, soprattutto oggi, tracciano le vie del nuovo sviluppo. Ma, in fin dei conti, ancora una volta, si limitano a copiare con intelligenza.
Guai ai Paesi con la memoria corta
Desidero aderire al vostro manifesto. Una Nazione che dimentica la propra eredità culturale, compromette in modo irrimediabile il proprio futuro.
Carlo Schiavoni
C'è di più: l'eredità rende. Ma bisogna saperne capire il valore. La cultura è questo.

L'Italia ha tesori inestimabili: il mondo intero ci invidia gli oltre 4.300 musei. Ma la valorizzazione di questi beni non è pari al valore dei medesimi istituti.
Secondo uno studio realizzato da Banca Intesa e Università Bocconi, negli ultimi anni i musei statali italiani hanno incassato dai servizi aggiuntivi (ristorazione, bookshop, merchandising, strutture di accoglienza) 40 milioni, quanto è riuscito a fatturare da solo il MoMa, quasi la metà di quanto guadagnato dall'altro grande museo di New York, il Metropolitan (72 milioni di euro), e un terzo dei soldi prodotti dallo Smithsonian di Washington (132 milioni).
L'IMPRENDITORE
Condivido l'articolo e aderisco all'iniziativa del Manifesto per la cultura. La mia non è soltanto una partecipazione ideale, ma pratica. La mia azienda si chiama Ehiweb, siamo un provider e lavoriamo con Internet e la tecnologia. Però sul blog che abbiamo creato due anni fa, piuttosto che vendere facciamo cultura. Digitale sì, ma pur sempre cultura. Informiamo, spieghiamo, diffondiamo idee, concetti, nuovi termini. E lo facciamo in maniera semplice e accessibile anche ai non addetti ai lavori. Leggere per credere: http://ehiweb.wordpress.com/. Da undici anni sosteniamo economicamente (e non solo) un sito che conduco da sempre e che è diventato un punto di riferimento per le dinamiche culturali e neoletterarie in Italia: http://www.aphorism.it.
Sono con voi: senza cultura, non c'è sviluppo.
P.S. La mia è una'azienda sana, collaboratori garantiti e soddisfatti.
Nata e cresciuta senza assi ereditari o fondi pubblici, con una esposizione bancaria ridotta ai minimi termini.
Siamo partiti da zero, senza aiutini.
E siamo orgogliosi di quanto abbiamo fatto finora... nonostante tutto; )
Luigi De Luca
1
Una costituente per la cultura
Cultura e ricerca sono capisaldi della nostra
Costituzione. L'articolo 9 «promuove lo sviluppo della cultura e laricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione». Sono temi intrecciati tra loro. Perché ciò sia chiaro, il discorso deve farsi economico.
2
Strategie di lungo periodo
Se vogliamo ritornare a crescere, se , dobbiamo pensare a un'ottica di medio-lungo periodo in cui lo sviluppo passi obbligatoriamente per la valorizzazione delle culture, puntando sulla capacità di guidare il cambiamento. Cultura e ricerca innescano l'innovazione e creano occupazione, producono progresso e sviluppo.
3
Cooperazione tra i ministeri
Strategia e scelte operative devono essere condivise dal ministro dei Beni Culturali con quello dello Sviluppo, del Welfare, della Istruzione e ricerca, degli Esteri e con il premier. Il ministero dei Beni Culturali e del paesaggio dovrebbe agire in coordinazione con quelli dell'Ambiente e del Turismo.
4
Arte a scuola e cultura scientifica
L'azione pubblica contribuisca a radicare a tutti i livelli educativi lo studio dell'arte e della storia per rendere i giovani i custodi del nostro patrimonio. Per studio dell'arte si intende anche l'acquisizione di pratiche creative. Ciò non significa rinunciare alla cultura scientifica, ma assecondare la creatività.
5
Merito, pubblico-privato, sgravi ed equità
Una cultura del merito deve attraversare le fasi educative, formando i cittadini all'accettazione di regole per la valutazione di ricercatori e progetti di studio. La complementarità pubblico/privato deve divenire cultura diffusa. Provvedimenti legislativi per i privati vanno sostenuti con sgravi fiscali.

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