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Questo articolo è stato pubblicato il 13 marzo 2012 alle ore 09:53.
L'ultima modifica è del 13 marzo 2012 alle ore 09:57.

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La Holland House Library di Londra distrutta dai bombardamenti aerei nel 1940 (Corbis)La Holland House Library di Londra distrutta dai bombardamenti aerei nel 1940 (Corbis)

La miopia culturale ed economica di una politica di tagli nei settori della formazione e della ricerca è stata denunciata già nel Manifesto per la ricerca in Europa promosso dall'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici nel 1996 e che fu sostenuto e firmato anche da autorevoli parlamentari tra cui il ministro dell'Università e della Ricerca scientifica e tecnologica e Commissario europeo della Ricerca Antonio Ruberti.
Il Sole 24 Ore ha colto il momento giusto per proporre una Costituente per la Cultura. Il vostro Manifesto esprime una riflessione che dovrebbe trovare l'immediato consenso di tutti.
È ovvio che senza nuovi sviluppi culturali non ci sarà sviluppo economico. La grande risonanza all'iniziativa dimostra che c'era bisogno di un portavoce per tutti coloro che non potevano e non volevano credere che in un Paese come l'Italia, con le sue tradizioni culturali millenarie, si possa negare una verità così semplice. È merito del Sole 24 Ore aver dato voce alle istituzioni e agli uomini di cultura che si sono adoperati a trasmettere il messaggio che con la cultura fiorisce il Paese. Forse solo adesso i tempi sono maturi per un nuovo inizio: in passato iniziative simili avevano trovato solo disattenzione.

Nel Manifesto del Sole 24 Ore si dice esplicitamente che per «cultura» si deve intendere «una concezione allargata che implichi educazione, istruzione, ricerca scientifica e conoscenza». Questa affermazione va sottolineata per tutti coloro che nell'entusiasmo di aver riscoperto in volano per lo sviluppo economico perdono di vista il rapporto dialettico tra sviluppo culturale ed economico. Un approccio economicistico che ha in mente solo i dati dell'andamento economico distruggerebbe nuovamente il nesso che sta alla base di questa convergenza tra cultura ed economia. La cultura va promossa e sostenuta anche lì dove non ci si può aspettare una ricaduta pratica, perché la vera utilità della cultura è quella dell'ampliamento degli orizzonti e della consapevolezza storica degli uomini. In particolare la ricerca filosofica è utile per la società se viene lasciata libera. Per promuovere la cultura occorre investire anche in istituti che non procurano rendite economiche, ma che formano le menti e le coscienze.

Per questo l'Istituto italiano per gli studi filosofici aderisce con convinzione al Manifesto per la Cultura promosso dal Sole 24 Ore. In esso riconosce le finalità di un disegno che l'Istituto persegue da più di 35 anni, per la difesa e il rilancio della cultura umanistica e della ricerca scientifica. Gli appelli dell'Istituto italiano per gli studi filosofici contro la riduzione dell'insegnamento della filosofia e della cultura umanistica nelle scuole europee hanno ricevuto l'adesione del Parlamento europeo, dell'Unesco e della Presidenza dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Le scuole per la formazione umanistica e scientifica fondate dall'Istituto in tutta Europa hanno lo scopo di evitare che le testimonianze storiche ed artistiche delle civiltà rimangano mute per le nuove generazioni.

* Gerardo Marotta
Presidente dell'Istituto italiano per gli studi filosofici

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