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Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2012 alle ore 13:36.

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Anche questa edizione, come la prima del 1960 è caratterizzata da tensioni di natura politica. Dopo che la Spagna si era rifiutata di affrontare l'Urss nell'edizione francese, questa volta è la Grecia a decidere di disertare l'incontro con l'Albania, nazione con la quale era in guerra dal 1912. L'Unione Sovietica campione contribuisce come stimolo per tutte le grandi d'Europa, infatti nel 1962 ai nastri di partenza delle qualificazioni si presentano 28 formazioni, tra le quali Italia e Inghilterra. Ancora assente la Germania Ovest, che esclude la propria nazionale per volere del tecnico Seep Herberger, contrario a ogni manifestazione ufficiale che non siano i Campionati del Mondo. Diversamente da quanto accaduto quattro anni prima, nel 1964 anche l'Italia prende parte all'Europeo, ma il cammino si esaurisce ai quarti di finale contro i campioni uscenti dell'Urss.

La squadra azzurra, affidata a Edmondo Fabbri, incontra nel turno preliminare la Turchia. L'incontro si disputa il 2 dicembre del 1962 a Bologna e gli azzurri dilagano: finisce 6-0 con doppietta di Gianni Rivera e poker di Alberto Orlando, centravanti meteora di Roma prima e Fiorentina poi, che realizza in quella partita tutte le reti della sua esperienza azzurra. In totale Orlando, che chiuse poi la carriera prima a Napoli e poi a La Spezia, disputò solo cinque gare con la maglia della Nazionale, negli anni che vanno dal 1962 al 1965, senza però più trovare la via della rete. La gara di ritorno è poco più che una formalità per gli uomini di Fabbri, che si impongono in ogni caso grazie ad una rete di Pascutti.

Italia eliminata - Il cammino azzurro incrocia negli ottavi quello dei campioni uscenti dell'Urss: nella gara di andata, giocata il 13 ottobre 1963 a Mosca, i sovietici si impongono per 2 a 0. In quell'occasione l'Italia fu penalizzata dall'espulsione di Pascutti, a causa di un rude intervento sulle gambe di un giocatore avversario, ma anche dall'infortunio occorso a Sormani. I russi riescono ad approfittarne, presentandosi poi a Roma forti di due reti di vantaggio.
La gara di ritorno, disputata all'Olimpico di Roma il 10 novembre 1963 con l'esordio in azzurro di Domenghini, termina 1-1 con gol di Rivera al 90'. Mazzola sbaglia un rigore e ad eliminazione avvenuta, è il reparto offensivo ad essere messo sotto accusa dalla critica. C'è chi avrebbe voluto vedere in maglia azzurra Sivori e Altafini, per rimediare alla sterilità dell'attacco, ma soprattutto chi li vorrebbe per il successivo Mondiale del 1966. Fabbri continuò per la sua strada, con Rivera, Mazzola, Corso, Orlando, ma l'eliminazione per opera della Corea alla successiva kermesse mondiale, resta una macchia per il calcio italiano, bissata poi dall'Italia di Trapattoni (in campo in quel mondiale) del 2002.

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