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Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2012 alle ore 13:33.
Riassumere quanto accaduto in quell'europeo del 2000 è un po' come riaprire una ferita mai del tutto cicatrizzata. L'Italia di Zoff approda in finale dopo un'eroica semifinale contro l'Olanda. Azzurri subito in dieci uomini, per l'espulsione di Zambrotta, dopo nemmeno mezz'ora. Resistenza strenua, anche contro due rigori che l'arbitro Merk assegna agli olandesi: il primo viene parato da Toldo a De Boer, mentre il secondo, calciato da Kluivert, finisce sul palo. Italia arroccata e 0-0 che resiste anche dopo i supplementari. Si va ai rigori: l'eroe della serata diventa Francesco Toldo, che para i rigori di Frank De Boer e Paul Bosvelt; un terzo rigore, tirato da Jaap Stam, finisce altissimo e l'Italia accede alla seconda finale europea della sua storia, dopo quella del 1968. L'incontro verrà ricordato anche per lo storico rigore calciato da Francesco Totti, il famoso penalty a pallonetto detto "cucchiaio", ad imitazione del rigore calciato dal cecoslovacco Panenka nella finale degli Europei del 1976 contro la Germania Ovest. Sarà principalmente grazie a quel particolare calcio che Totti conquisterà la ribalta internazionale.
BEFFA TREZEGUET - La finale si gioca il 2 Luglio a Rotterdam: Italia-Francia è la riedizione dell'incontro di due anni prima ai mondiali francesi. I galletti che sconfissero in quell'occasione gli azzurri ai calci di rigore, si laurearono poi campioni del mondo 1998. La cronaca di quel match è persino inutile per quanto è ancora viva nella mente di chi l'ha vista: gli azzurri passano in vantaggio con Delvecchio su cross di Pessotto, imbeccato da una magia di tacco di Francesco Totti. A questo punto i francesi cominciano ad attaccare alla ricerca di un pareggio che non arriva fino a pochi secondi dalla fine, quando Wiltord trova un gol con un tiro rasoterra angolato che supera Toldo. Si va ai supplementari, ma l'Italia è troppo scioccata per opporre una resistenza strenua ai francesi sempre più arrembanti: finisce dopo 13' con il golden gol di Trezeguet.
Noi italiani, invece, decidiamo per un epilogo diverso: al ritorno dalla spedizione, Silvio Berlusconi, allora capo dell'opposizione in parlamento, attacca pesantemente la gestione di Zoff, definendola dilettantistica per non aver trovato le giuste contromosse contro Zinedine Zidane. Questo l'audio originale.
A quel punto il ct, uomo dalla schiena dritta e dai rigidissimi principi etici e morali, non può accettare critiche di quella portata e decide di rassegnare le dimissioni, nonostante una conferma che sarebbe stata praticamente scontata dopo il titolo sfiorato. Ecco il suo sfogo
Le dimissioni di Zoff furono irrevocabili e non ci fu modo di farle rientrare. Di lì a poco sarebbe cominciato il ciclo di Giovanni Trapattoni che portò alla fallimentare spedizione nippocoreana con l'eliminazione ai quarti di finale contro la Corea e con la successiva cocente eliminazione all'Europeo del 2004 nel girone degli ottavi di finale.
IL PERSONAGGIO - Sylvain Wiltord (Neuilly-sur-Marne, 10 maggio 1974)
Ancora più di David Trezeguet, che ha realizzato il gol simbolo di quel titolo europeo, Wiltord è stato l'uomo che ha sgretolato i sogni azzurri al 94' della finale. Nato calcisticamente in Francia nel Rennes (dove giocò tra il 1992 e il 1997), esordì nel campionato francese all'età di 20 anni. Nel 1997 passò al Bordeaux, dove nel 1999 riuscì a segnare 22 reti nel massimo campionato francese e a conquistare il premio di Calciatore francese dell'Anno. Nel 2000 passa all'Arsenal, dove milita per 4 stagioni affermandosi definitivamente a livello internazionale. Dopo aver giocato 3 anni nel Lione con cui ha vinto 3 campionati, nell'estate 2007 torna al Rennes, società che lo lanciò nel calcio professionistico.
Con la Francia Wiltord ha giocato per 92 volte, totalizzando 26 gol. Oltre al titolo europeo del 2000, ha partecipato anche ai mondiali del 2002 e del 2006 (conquistando il secondo posto), oltre alla spedizione per gli europei portoghesi del 2004.
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