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Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2012 alle ore 13:35.

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Dopo aver eliminato l'Italia ai quarti, i padroni di casa affrontano la Germania di Muller e Beckenbauer, che aveva a sua volta escluso dalla competizione l'Inghilterra. Prima di quella che era soltanto la sua seconda presenza in Nazionale, Gerd Muller aveva già all'attivo quattro reti, realizzate in una gara di qualificazione. Beckenbauer invece giocava in difesa e si apprestava a diventare il primo dei grandi "liberi" con facoltà di sganciarsi in attacco. Fu proprio una doppietta di Müller a spalancare ai tedeschi le porte della finalissima, contro un'Urss poco più che comprimaria, che aveva battuto in semifinale l'altrettanto modesta Ungheria.

Poco più di una formalità – Come ci si poteva ampiamente attendere, visto l'andamento delle altre partite, la finale fu un monologo tedesco. Gerd Müller mise a segno una doppietta, con il gol di Wimmer a corollario di una prestazione convincente. In quel 18 giugno 1972 durante la finalissima di Bruxelles, ci fu la definitiva consacrazione di Müller a grande attaccante di livello europeo, mentre per l'Urss si trattava della seconda sconfitta su tre finali dei campionati Europei, disputate in quattro edizioni.

Il personaggio: Gerd Müller (Nördlingen, 3 novembre 1945)
Iniziò la carriera nelle giovanili della squadra della sua città, il TSV 1961 Nördlingen. A diciannove anni fu notato dal Bayern Monaco che lo mise subito sotto contratto. Il club, che già aveva in organico Sepp Maier e Franz Beckenbauer, cercava di fare il salto dalla seconda lega tedesca alla Bundesliga. Vi riuscì nel 1965 e Gerd Müller fu una delle chiavi dei successi futuri della squadra di Monaco di Baviera: nelle quindici stagioni al Bayern Monaco segnò 365 gol in 427 presenze in campionato; fu quattro volte campione di Germania (1969, 1972, 1973 e 1974), tre volte campione d'Europa (1974, 1975 e 1976), vinse la Coppa Intercontinentale nel 1976 e la Coppa delle Coppe nel 1967, oltre al Pallone d'oro del 1970. Le sue 365 reti in Bundesliga costituiscono tuttora un primato ineguagliato. Müller sopperì con un notevole senso del gol ai suoi mezzi tecnici non esattamente raffinati: moltissime delle sue marcature vengono realizzate sfruttando la minima incertezza difensiva avversaria.
Con la maglia della nazionale, Müller vinse il campionato del mondo del 1974, segnando in finale a Monaco di Baviera il goal del decisivo 2-1 contro l'Olanda; fu campione d'Europa nel 1972, segnando due dei tre goal con i quali la Germania sconfisse l'URSS nella finale di Bruxelles. Fece anche parte della formazione che nella semifinale del campionato del mondo 1970 a Città del Messico incontrò l'Italia perdendo 4-3 segnando, nell'occasione, due gol.
Dopo il ritiro, Müller dovette affrontare un lungo periodo di depressione, che lo condusse anche all'alcolismo. Gli vennero in soccorso i suoi ex compagni del Bayern Monaco nel frattempo divenuti dirigenti del club, che lo incoraggiarono ad affrontare una terapia di disintossicazione e, successivamente, nel 1992 lo ingaggiarono nello staff tecnico come allenatore delle squadre giovanili.

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