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Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2012 alle ore 07:32.

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Thiago Motta, Mario Balotelli e Sebastian Giovinco Jonathan Moscrop (LaPresse)Thiago Motta, Mario Balotelli e Sebastian Giovinco Jonathan Moscrop (LaPresse)

Giochi apertissimi nel girone B di Euro 2012. Arrivano granitiche conferme dai tedeschi, la reazione positiva del Portogallo dopo il ko della prima giornata, e la certezza che il calcio è uno sport di squadra e non individuale. E questo è il grosso limite dell'Olanda che di talento ne ha da buttare ma non lega, come una maionese impazzita. In mezzo, la Danimarca, destinata nei pronostici al ruolo di comparsa, che ora diventa arbitro di se stessa ma anche delle sorti di Olanda e Portogallo.

Con la Germania 6 punti, Portogallo e Danimarca a 3 e Olanda ferma al palo, domenica ne vedremo delle belle con i danesi che potrebbero anche trovarsi di fronte una squadra di Loew impostata al risparmio energetico se non addirittura infarcita di seconde linee e gli "orange" con il coltello fra i denti, pronti a sfruttare il fatto che il Portogallo fino ad ora, pur vincendo coi danesi, ha dovuto rinunciare al 50% del suo potenziale che è costituito da Cristiano Ronaldo e che fino a questo momento è stato più una zavorra che una risorsa.

Prontissimi ad essere smentiti, come sempre, ma per il momento evitate di cercare CR7 sui tabellini delle partite; avrete più successo all'ufficio oggetti smarriti. Il Portogallo torna in corsa nonostante la sua evanescenza e questo, in un certo senso, potrebbe essere interpretato come un punto di forza, nel caso la star decidesse di riversare tutto il suo talento nella partita della vita. Ma, bando ai personalismi, servivano tre punti e tre ne sono arrivati. Contro la Danimarca è stata invece la giornata della rivincita di Helder Postiga, attempato attaccante del Saragozza criticato dopo la gara con la Germania, meno patinato ma più incisivo. Bento gli ha ridato fiducia e lui l'ha spesa bene.

Ma il primo rintocco portoghese arriva da un difensore, Pepe. E che gol! Al 24' il centrale del Real Madrid scocca un gran colpo di testa, spalle alla porta, imprendibile per il portiere danese. La Danimarca, più intraprendente nei primi minuti, si sgonfia e al 36' arriva anche il raddoppio lusitano. Questa volta è Postiga a trovare il sette sull'assist di Nani. Morten Olsen però, questa volta, riesce a svegliare i suoi e prima dell'intervallo la difesa portoghese si fa sorprendere da Bendtner, servito alla perfezione da Krohn-Dehli. Se Cristiano Ronaldo è stato un automa per tutto il primo tempo, si fa notare di più nel secondo ma solo per la sua imprecisione e, a tratti, per la sua non certo inedita supponenza.

Prima conclude su Andersen, e il Portogallo rischia grosso perché i danesi si ringalluzziscono con l'ingresso in campo di Mikkelsen che regala nuova linfa alla manovra. Bendtner infatti sfiora il raddoppio con un rasoterra. E poi ancora lui, il Pallone d'Oro in pectore, si becca una bordata di fischi per un'occasione più clamorosa della prima, trovandosi a tu per tu col portiere e calciano clamorosamente a lato. Anche per Bendtner c'è un'altra chance, e il danese la sfrutta di testa realizzando una doppietta che fa tremare le gambe al Portogallo. La fortuna o bravura di Bento sta nell'azzeccare il cambio: dentro Varela e fuori Raul Meireles, che in due tempi decide il match rimediando in seconda battuta con una gran conclusione dopo un erroraccio. Sospirone lusitano ma per sperare di andare avanti serve una marcia in più.

All'Olanda invece serve un miracolo perché dopo due partite è ancora a bocca asciutta. Il 2-1 della Germania sui tulipani non la dice abbastanza lunga su quanta distanza ci sia tra le due pretendenti al trono d'Europa. Robben e Sneijder, poca cosa. Più Van Persie, l'unico a provarci anche in una fase di sterile ed estenuante possesso palla olandese nelle prime battute della partita. Una volta trova Neuer e una volta la mette sul fondo ma almeno si muove, anche senza palla, per sopperire alla staticità dei compagni. La Germania non ha fretta ma quando decide di colpire è come un serpente a sonagli che non lascia scampo.

Prima il palo di Ozil, poi entra in scena Mario Gomez che centra due volte il bersaglio. Sul primo gol il centravanti del Bayern viene colpevolmente tenuto in gioco dalla difesa olandese, il secondo arriva con un gran destro dopo una bella parata di Stekelemburg su Badstuber. Van Marvijk cambia e inserisce Van der Vaart e Huntelaar per Van Bommel e Afellay. Loew decide di amministrare senza correre rischi e l'Olanda riesce solo a riaprire la gara con una gran botta di Van Persie dal limite che spiazza Neuer. Sull'ultima occasione arancione Boateng si immola su Sneijder. Il pareggio sarebbe stato sacrilego e l'Olanda, giustamente, al 90' stringe in mano un pugno di mosche.

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