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Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2012 alle ore 08:44.

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(LaPresse)(LaPresse)

di Lara Vecchio
In questi giorni circola il trailer di un film di fantascienza, 'The Chronicles of Riddick', in cui il protagonista viene avvelenato con una sostanza che gli rallenta il battito cardiaco costringendolo a ricreare costantemente situazioni di pericolo per produrre adrenalina. Ecco, sembra che gli azzurri abbiano bisogno di qualcosa di simile per dare il meglio. Come dice Prandelli: «Non ci facciam mancare niente". Calciopoli nel 2006, la polizia a Coverciano prima di partire col piede giusto contro la Spagna, e adesso Cassano con le sue perle giornalistiche. Il ct non sembra preoccupato, ha scoperto che sotto pressione si rende meglio.

Fin qui, il vantaggio psicologico. Sul piano squisitamente tecnico invece ci sono ancora tante perplessità, non solo intorno alla nostra nazionale ma anche intorno ai nostri avversari. La Croazia vista contro l'Irlanda quanto ha messo di suo? E quanto invece è la nazionale di Trapattoni con tutti i suoi limiti a far sembrare giganti gli avversari? Se la risposta sta nel mezzo, allora siamo da capo. Quella di oggi è una partita da "tripla", come si diceva quando la schedina era ancora in voga. Perché anche noi, se ci liberiamo degli occhi dell'amore a fare da filtro, dobbiamo ammettere che stiamo nel mezzo. L'Italia di Prandelli non è una squadra di fenomeni, altrimenti la Spagna, quella Spagna proposta da Del Bosque pochi giorni fa, ce la saremmo presa di tacco. E invece non è andata così. Ognuno ha fatto il suo per benino ma senza picchi di esaltazione. Ieri in conferenza stampa, tra l'altro, il nostro ct è stato così convincente nel rifilarci la sòla che la partita con la Croazia è più difficile di quella coi campioni del mondo in carica che quasi ci siamo cascati. Il trucchetto psicologico di ingigantire l'avversario ce lo aveva insegnato Liedholm qualche secolo fa, quando riusciva a far passare il Como per il Real Madrid. Vai a saperlo…magari coi giocatori funziona ancora. Ma non può funzionare con noi. La Croazia è una discreta squadra, con un paio di campioni interessanti come i due marcantoni là davanti Jelanovic e Mandzukic , e l'ottimo Modric che Bilic sostiene essere meglio di Pirlo, ma se abbiamo l'ambizione di lasciare un segno in questo Europeo la gara di questo pomeriggio dev'essere una formalità da sbrigare senza troppe ansie.

Sul piano tecnico, si cambia. Solo un ritocchino, dice Prandelli che sta diventando uno stratega della pretattica. E allora via col toto cambio: Di Natale per Balotelli? Balzaretti per Giaccherini, oppure fuori Thiago Motta che è stato il vero anello debole con la sua esasperante lentezza e dento Nocerino? Francamente se li facesse tutti e tre, i cambi, non sarebbe una brutta idea. Tanto, con Cassano al 70', per Balo resta la staffetta. Nessuna bocciatura totale. In venti minuti o più di gara c'è modo di riscattarsi e riprendersi eventualmente la maglia da titolare. La sensazione però è che alla fine non intenda cambiare proprio nessuno, rimandando i ritocchi a partita in corsa. Allo stadio Municipal di Poznan, la vera sorpresa sarà probabilmente quella di rivedere in campo lo stesso undici che ha pareggiato con la Spagna. Un bluff, quello di Prandelli, smascherato con qualche ora di anticipo.

Italia e Croazia in campo alle 18, poi dovremo attendere l'incontro di stasera tra Spagna e Irlanda per saperne di più sulle gerarchie del girone.

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